venerdì 18 ottobre 2013

La veritá sul funerale di Priebke: noi c’eravamo e ve la raccontiamo.

 
La notizia di quando e dove sarebbe stato celebrato il funerale del capitano sono rimaste segrete fino alle 15 di ieri pomeriggio, per questo avevamo ingenuamente pensato che avremmo trovato solo qualche giornalista, qualche nostalgico e qualche curioso. Sbagliavamo. Quando siamo arrivati, quello che ci si é presentato davanti era un vero e proprio zoo. Al centro della piazza la facevano da padroni una trentina di ragazzini, età media 20 anni, la maggior parte italiani ma anche qualche straniero, dall’aspetto riconducibili a qualche centro sociale, probabilmente provenienti da Roma apposta per l’occasione. Oltre a loro la piazza conteneva circa altre 400 persone (non 2000 come dice qualche giornale) di varie tipologie, dalle classiche “cecione romane” (signore corpulente) che provavano a cantare timidamente “bella ciao”, a molti ragazzi e signori curiosi, ed era facile poter scorgere tra la folla anche qualche simpatizzante del capitano, i più silenziosi in quella situazione.

Ma ecco il primo colpo di scena, non avevamo nemmeno fatto in tempo a studiare la mappa del luogo quando una marea di fischi si é alzato dal gruppetto di ragazzini dei centri sociali; stava arrivando il carro funebre di Priebke, scortato da una fila di celerini. Lo spettacolo é stato indegno, la folla é letteralmente impazzita, c’era chi sputava contro il carro funebre, che inveiva violentemente contro la polizia e qualche genio ha persino gridato “a morte!” (evidentemente, quando gli organizzatori della protesta hanno preso i ragazzini da portare a manifestare, non si sono premurati di spiegargli bene contro cosa dovessero manifestare). Nel caos qualcuno é riuscito a dare qualche schiaffone e qualche calcio sul carro funebre, ma é stato immediatamente allontanato dagli agenti. Il carro é poi finalmente entrato.
Personalmente avrei potuto capire, seppur con un grande sforzo cognitivo, il gesto di un ultraottantenne, che nel ricordo della rappresaglia eseguita dal capitano, si fosse sfogato colpendo il carro funebre; ma quando a compiere lo stesso gesto é una ragazzina con i capelli viola ed un anello al naso, o un africano che non ha nulla a che fare con la storia del nostro paese, no.
Vi assicuro, che per chiunque abbia un minimo di sensibilità, l’immagine di una folla disordinata e sciatta, che insulta un morto e colpisce un carro funebre di fronte ad una chiesa é molto forte, da far salire l’adrenalina.
Dopo questo breve spettacolo di basso profilo, abbiamo avuto modo e tempo di girare la zona, anche per cercare di dare un senso all’imponente spiegamento di forze da parte di polizia e carabinieri, ed é bastato un solo minuto a soddisfare la nostra curiosità. A distanza di appena cento metri dalla manifestazione “spontanea”, c’era un cordone della polizia che di fatto separava un gruppo di ragazzi dal resto della folla. I ragazzi erano i sostenitori di Priebke, gli unici che avrebbero avuto il diritto di essere li, loro infatti si erano presentati al funerale per omaggiare il defunto come vuole la prassi, non a disturbare. I ragazzi erano circa una trentina, ma tutti ben determinati. Un esercito silenzioso, qualcuno era seduto sul marciapiede, qualcun’altro scherzava in un angolo e qualcun’altro si fumava una sigaretta, ma avevano tutti negli occhi quell’espressione che solo una forte collera puó darti. Del resto come dargli torto, erano arrivati ad Albano per omaggiare l’ultimo caduto come prigioniero della seconda guerra mondiale; mentre invece si ritrovavano braccati dalla polizia, ad appena 100 metri da una folla che inneggiava al “fascio morto” e provocava chiedendo a gran voce “dove sono i camerati?” In realtà gli “antifá” sapevano benissimo dove erano i camerati, li vedevano e si approfittavano del cordone della polizia che li tratteneva, ma la reazione non avrebbe tardato ad arrivare.
Noi, avevamo notato che verso le 19:30 tra la folla si agirava qualche testa rasata ed avevamo ipotizzato che potesse essere qualche “fascio” andato in avanscoperta, ed effettivamente era cosí. A distanza di 10 minuti, appena 5, delle circa 30 persone che avevamo visto poco prima braccati dalla polizia, sono riuscite ad agirare il blocco passando da una via secondaria, ma non hanno fatto in tempo ad avvicinarsi alla piazza che qualcuno ha gridato “arrivano i fasciiii”. La scena a quel punto é stata tragicomica, il Lenin dei noantri con questo grido pensava di chiamare il suo esercito a raccolta, mentre invece é successo tutto l’opposto. Il panico ha fatto da padrone tra i manifestanti, le signore strillavano, i fratelli maggiori mandavano a casa i piú piccoli, e dai ragazzini che cantavano i cori infamanti sono usciti appena 4-5 personaggi, visibilmente più grandi, gli unici che erano realmente disposti a confrontarsi fisicamente; ma ció non é accaduto. I “fasci” appena individuati, in visibile inferiorità numerica nonostante tutto, hanno attaccato per primi e si sono scagliati subito contro alcuni antifá cha avevano dato l’allarme, i quali si trovavano proprio di fronte all’entrata della suddetta via secondaria. La rissa, ingigantita dalla stampa serva, é durata circa 15 secondi, la celere infatti é intervenuta immediatamente togliendo letteralmente i compagni dalle mani dei “fasci”. Dopo l’intervento della polizia, da dietro la camionetta che a quel punto aveva chiuso la via secondaria, si sono ammassati molti di quelli che prima erano scappati, gridando: “venite se avete il coraggio merde!” (DA DIETRO LA POLIZIA!).
Da quel momento in poi abbiamo assistito ad un escalation di stupidità, i manifestanti visibilmente confusi, probabilmente a causa della cannabis che continuavano a fumare o dell’alcol che continuavano a bere, hanno iniziato ad insultare indiscriminatamente chiunque, dal prete che avrebbe dovuto officiare la cerimonia, all’avvocato del nazista, ai parenti del morto, all’autista del carro funebre (“e se famo un incidente muore solo il conducente”), fino ad arrivare alle forze dell’ordine. Al riguardo, ogni tanto passava un funzionario della polizia, probabilmente un commissario in borghese, che per coordinare le operazioni continuava ad entrare ed uscire dalla chiesa passando nel mezzo del cordone dei celerini, ed ogni volta gli gridavano “verme! Vergogna! vattene”; visto questo accanimento, ho pensato che si trattasse di un poliziotto famoso, per cui mi sono permesso di chiedere ad un ragazzo a fianco a me chi fosse costui, la risposta mi ha spiazzato: il ragazzo ha risposto testualmente “é sicuramente un fascistone!”. Cioè non solo stava fischiando un poliziotto senza motivo, ma lo stava fischiando per seguire la folla, pensando che fosse un “generico fascistone” e quindi meritevole di scherno.
A quel punto, tra politici di sel e pd che si sparavano le pose dichiarando il proprio sentimento antifascista, giornalisti che mistificavano quello che stava succedendo (non a caso in rete e sui giornali sentirete parlare esclusivamente di aggressioni neonaziste), manifestanti che intonavano cori al livelo di “Priebke puzza lalalalal” , (riferito al suo stato di probabile decomposizione) e ragazzini che continuavano a fare il saluto a pugno chiuso, anche se a volte erroneamente con il braccio destro, abbiamo deciso di andarcene.
Ma proprio quando pensavamo di avere tutto il materiale per scrivere l’articolo, ci si é presentata di fronte la saggezza popolare in persona. Eravamo andati a cena ad Ariccia, un tipico paese dei castelli romani, famoso per la porchetta e le fraschette, dei ristorantini tipici. Parlando con la proprietaria, una simpatica signora sulla settantina, é uscito fuori che venivamo da Albano e le abbiamo raccontato quello che avevamo appena visto, al che lei ha commentato in uno stretto dialetto romano “ma scusate, quello ormai é morto, perché stavano tutti li?”, infatti é proprio quello che ci chiedevamo anche noi. Nessun fascista, o neofascista che sia, sarebbe mai andato al funerale di un partigiano per schernirlo ma al massimo per onorare il nemico. Una volta la morte non appianava i dissapori?
Noi sappiamo solo, che per quello che abbiamo visto ieri, Priebke ha vinto. Nonostante 60 anni di propaganda antinazista, la condanna della storia, e le chiacchiere da parte di tutti quei politici che sull’antifascismo ci hanno costruito una carriera, é riuscito a far parlare di lui, mostrando tra l’altro il vero volto dell’antifascismo. Il volto di una accozzaglia di “alternativi” impresentabili, dediti al consumo di droghe e alcol a cui é stato raccontato che se non hanno trovato un lavoro (dal momento che alle 16:30 erano in piazza) é colpa dei “fasci infami”.
Vi lascio con questa citazione:
“Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, credendo di aver raggiunto la vittoria, ma i leoni rimangono leoni ed i cani rimangono cani.”

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