mercoledì 30 ottobre 2013

Ma insomma; esiste il Male Assoluto?

Un saltino qua e uno la’… a caso, insomma
di Filippo Giannini.
 
Sì, ripeto e chiedo: insomma esiste il Male Assoluto? La mia risposta, per quanto a mia conoscenza, è affermativa. Esiste e come se esiste, solo che i paraculetti ci hanno indicato quello che tale non è!
Questo articolo mi è stato ispirato dopo aver letto che il signor Andrea Signorelli, ex presidente dell’Inps percepisce una pensione di circa 90 mila Euro al mese. E non è il solo; infatti di super pensionati – delle così dette pensioni d’oro – in Italia ce ne sono circa 100 mila che ci costano intorno ai 13 miliardi di Euro l’anno. Questo è almeno quanto mi risulta.
Allora, come dal titolo, facciamo un saltino qua e là… e iniziamo con quello che sembrerebbe una favola.
L’Onestà:
Sino a fine novembre 1943, Mussolini rifiutò ogni appannaggio non solo a titolo personale, ma anche per le spese della sua segreteria. Il Ministro Pellegrini-Giampietro (un fenomeno di Ministro di cui spero di trattare il profilo quanto prima) in una memoria pubblicata su Il Candido del 1958, ha scritto: <Nel novembre era stato preparato un decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al capo della R.S.I., l’appannaggio mensile di 120mila lire. Il decreto, però, che doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato (a Benito Mussolini, nda), fu da lui violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione, effettuata dal sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu, ne seguì una seconda del suo segretario particolare Dolfin. A me che, sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza volta il decreto, Mussolini disse: “Sentite Pellegrini, noi siamo in quattro: io, Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono sufficienti”. Dovetti insistere nel fargli notare che, a parte l’insufficienza della cifra indicata, in relazione al costo della vita, occorreva tener conto delle spese della casa e degli uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500 lire assegnata ad ogni ministro. Nel dicembre del 1944, però, mi inviò una lettera che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti d’autore>. Infatti a guerra terminata la moglie del Male Assoluto, data l’indigenza in cui si trovavano lei ed i figli, chiese allo Stato italiano (quello nato dalla Resistenza) la pensione del marito, in quanto, bene o male, era stato capo del governo per più di vent’anni. Ebbene l’Inps si trovò in difficoltà nell’assegnare la pensione in quanto il marito aveva sempre rifiutato qualsiasi emolumento. Questo ricordo è dedicato ai vari Andrea Signorelli e ai centomila suoi Gemelli.
L’Efficienza; nel ricordo del tratto Salerno Reggio Calabria: nel 1937, XV E.F. in Libia, la Via Balbia (la strada nazionale costiera che ancora congiunge Amseat, sul confine con l’Egitto, alla frontiera con la Tunisia), fu costruita in 18 mesi. In Etiopia la Addis Abeba-Massaua, una strada di 1.600 chilometri, con i mezzi tecnici di allora, fu realizzata in 18 mesi. Vogliamo parlare dei miracoli compiuti in quel periodo? Come ad esempio la costruzione in Italia e nelle colonie di decine e decine di nuove città? In uno dei prossimi articoli ne parlerò; in ogni caso chi volesse approfondire subito può leggere il mio libro “Benito Mussolini nell’Italia dei miracoli” così potrà saggiare l’entità del “male che fece il Male Assoluto”.
Stando a quanto riportato nella trasmissione televisiva Quinta Colonna del 17 settembre 2013, sembra che la Presidentessa della Camera desideri (e, come si sa, i desideri di una Signora sono sacri) la sua macchina blue ed avrebbe puntato gli occhi su una BMW, il cui costo, sempre stando a quanto riportato nella suddetta trasmissione, sia di circa 70 mila Euro: mi pare di ricordare che al Male Assoluto la Lancia, in occasione dell’uscita del modello Lancia Ardea, gli avesse donato un modello; ma questi rifiutò il regalo. Solo dopo ripetute insistenze della fabbrica, l’auto fu accettata, ma solo dopo averla pagata. E la pagò con i soldi suoi.
Avete sentito quanti proprietari (padroni) di fabbriche chiudono in Italia, per trasferirsi all’estero? Colpa vostra signori lavoratori, o colpa dei vostri padri o nonni. Perché? Facciamo un altro saltino. Per chiarezza ricordiamo che la Socializzazione proposta dal Male Assoluto faceva sì che i lavoratori partecipassero alla vita dell’azienda e alla partecipazione degli utili. In altre parole i lavoratori divenivano compartecipi e comproprietari dell’azienda. Ciò premesso, molto brevemente perché tornerò quanto prima sull’argomento, vediamo quanto ha scritto Bruno Tomasich su “L’altra storia”: <Il Decreto che annunciava la socializzazione, vagheggiato da Bombacci (1), voluto da Mussolini ed elaborato da Tarchi e Sargenti fu reso pubblico il primo marzo 1944. L’annuncio mise subito in allarme il PCI che, com’era naturale nei suoi piani, aveva da tempo iniziato la sua penetrazione sindacale nelle fabbriche e, con il tacito assenso dei “padroni”, anch’essi spaventati per altro motivo (i comunisti si vedevano scavalcati a “sinistra”, nda), fece in modo che gli operai, pochi giorni dopo la pubblicazione, proclamassero lo sciopero generale in tutta la Repubblica. “Lo sciopero, che durò in alcune fabbriche anche quattro giorni, aveva un carttere nettamente politico, ma c’era anche, da parte dei dirigenti, la palese volontà di silurare in partenza la socializzazione, di cancellare subito dall’animo delle masse ogni eventuale effetto favorevole che l’indirizzo sociale della Repubblica potesse aver suscitato” (…)>.
Per ripagare il notevole contributo avuto dai grandi industriali, i comunisti che controllavano appieno il CLNAI, come primo atto ufficiale, addirittura il 25 aprile 1945, proprio mentre si continuava a sparare e mentre era iniziato “l’olocausto nero”, ripeto, come primo atto ufficiale ci fu l’abolizione della “Legge sulla Socializzazione”. E l’operazione fu condotta proprio dal padre di Enrico Berlinguer. Non lo sapevate? D’altra parte fu legittima difesa, in quanto i Berlinguer erano ricchissimi proprietari terrieri. La prova? Eccola con i nomi: i comitati di liberazione dell’antifascismo sono accusati di connivenza con la grande finanza e i grandi industriali da precise documentazioni, come riporta l’archivio di Riccardo Gualino (Cartella n° 20 – Partiti Resistenza 1944-1945), fra queste, di rilievo la lettera datata 26 ottobre 1944 del Reparto Fronte clandestino di Resistenza che ringrazia per il contributo di 3 milioni di lire. Altre 250.000 lire furono ricevute dalle brigate partigiane del Piemonte. C’è una lettera (13 luglio 1945) con la quale si ringrazia per il sostegno finanziario fornito ad Aldo Garosci in data 26 marzo 1945. I Gualino, come scrive Bruno Tomasich, <sono una potente famiglia piemontese del mondo della finanza e dell’industria con forti legami con gli Agnelli ed interessi nel mondo della chimica e della cinematografia>. E ancora, riporto sempre dall’interessantissima fonte: <Ecco cosa ci racconta il “Banchiere della Resistenza” Franco Giannantoni: “Fu grazie a Pizzoni se i finanziamenti iniziarono ad affluire copiosi, anche se non sempre sufficienti, alle varie formazioni partigiane. Ma Pizzoni riuscì a far sborsare ingenti somme anche da gruppi industriali italiani, come le acciaierie Falck, la Borletti, la Lepetit, per non citarne che alcuni (il flusso di denaro verso la resistenza era di 160 milioni al mese, milioni di allora) (…)>. Insomma, la lotta proletaria aveva a capo un super-banchiere: Alfredo Pizzoni. Insomma, caro lavoratore sei stato nfregato, ma non maledire tutti, d’altra parte per la sorte della guerra la Resistenza fu assolutamente ininfluente; si distinse solo per le stragi di uomini, donne e bambini (sì, tanti bambini colpevoli di essere figli di fascisti, o supposti tali), stragi avvenute, eroicamente, a guerra terminata.
Mi riprometto di tornare sull’argomento Socializzazione quanto prima. Chiudo citando le ultime parole del Male Assoluto: <Il mondo me scomparso, avrà bisogno ancora dell’idea che è stata e sarà la più audace, la più originale la più mediterranea ed europea delle idee. La Storia mi darà ragione>. Interpretando il pensiero del soggetto del presente articolo, termino esortando i lavoratori a non permettere che le fabbriche vengano chiuse e trasferite all’estero: occupatele e socializzatele.
1) Ricordiamo che Nicola Bombacci fu uno dei tre fondatori nel 1920 del Partito Comunista d’Italia. Bombacci dopo un periodo di vita nel Paradiso bolscevico rientrò inorridito in Italia e volle morire assassinato accanto a Mussolini, perché, come disse: sarà Mussolini a portare il socialismo in Italia.


“Personalmente Mussolini non trasse dal potere alcun illecito profitto. La famiglia Mussolini condusse sempre una vita relativamente modesta”.
Renzo De Felice, storico (1974).
 

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