sabato 30 novembre 2013

marò......

poco fà ho pubblicato un post dove si parlava della bonino dei clandestini e dei marò , in quel post ho commentato tralasciando di parlare dei marò italiani detenuti in India riservandomi di farlo sucessivamente in separata sede....ossia QUI
Proditoriamente arrestati in acque INTERNAZIONALI detenuti arbitrariamente in un carcere straniero in uno stato dove è prevista la pena di morte per i reati a loro ascritti......questi i fatti
Accusati di omicidio mentre nell'esercizio delle Loro funzioni Istituzionali difendevano il suolo e la bandiera Italiana da un attacco di pirateria marittima..............non aggiungo altro


Vi faccio Vedere Come Muore Un Italiano!

chi si ricorda questa frase che ho usato per il titolo? 
Se ve la ricordate bene ,altrimenti ora io  VI FACCIO VEDERE COME MUORE UN ITALIANO 2 VOLTE.

tratto da  Signoraggio.It stampa indipendente del web:

La corte d’assise di Roma ha assolto gli esponenti della cellula terroristica “Falangi verdi di Maometto”
La corte d’assise di Roma ha assolto gli esponenti della cellula terroristica “Falangi verdi di Maometto”, composta di quei gentiluomini che hanno scannato come un maiale il contractor Fabrizio Quattrocchi, nel 2004. Stando a quanto si sa, “I giudici non hanno considerato il sequestro di Maurizio Agliana, Umberto Copertino e Salvatore Stefio come un’operazione con finalità di terrorismo, ma una violanza comune, respingendo così la richiesta del sostituto procuratore Erminio Amelio che, a conclusione della fase dibattimentale, aveva chiesto la condanna a 25 anni di reclusione per i due imputati”, come si legge all’interno del sito http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/24/roma-assolti-i-carcerieri-dei-contractors-italiani-non-fu-terrorismo/789238/. L’assoluzione di Hamed Hillal Hamad Al Oubeidi e Hamid Hillal Hamad Al Oubeidi è stata un pugno alla bocca dello stomaco dei famigliari dei quattro sventurati e dei tre superstiti. In buona sostanza Quattrocchi è stato ammazzato una seconda volta con disonore. Ed è un vero peccato per un Uomo con la U maiuscola il quale, consapevole di essere giunto alla fine, ebbe il coraggio di sfilarsi il cappuccio dalla testa dicendo: “Vi faccio vedere come muore un italiano”. Dunque, questa magistratura inqualificabile, non ha ritenuto sufficiente la testimonianza di uno dei superstiti e nemmeno ha ritenuto sufficiente il filmato della decapitazione. Bene, non resta che prenderne atto e puntare l’attenzione sul vero impavido PM il quale ha già annunciato di presentare ricorso in Appello. N. B. La madre di Fabrizio Quattrocchi vive dignitosamente grazie ad un vitalizio erogato da un grande filantropo, Flavio Briatore. Per la famiglia Quattrocchi, lo Stato non vuole spendere euro, preferisce dirottarli tutti quanti verso le politiche per accogliere i clandestini.

29.200 euro all'anno per UN immigrato clandestino..............ci sono Italiani che non arrivano nemmeno a 4000 euro all'anno per sostentarsi e nemmeno in maniera dignitosa.......parlo dei disabili con invalidità civile SENZA accompagnamento 286,20 euro al mese per non morire.....................e parlo di Italiani che quando non erano disabili e impossibilitati,quindi, a svolgere le loro normali funzioni lavorative ,pagavano contributi,tasse e sanità....non ho altro da aggiungere
Sergio Vignali

Boia Chi Molla anche su facebook.

L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eventuali sommosse! | Lo Sai

L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eventuali sommosse popolari che potrebbero avvenire nei prossimi mesi: è quanto emerge dall’analisi della “direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013″. In caso di disordini potrebbe inoltre essere impiegata la polizia europea: non dimentichiamoci che il nostro paese ha aderito anche al “trattato di Velsen” che ha istituito il corpo di polizia sovranazionale dai poteri illimitati, Eurogendfor: il cui comando è affidato alla NATO (quindi agli USA!) pur operando in Europa…
Euro-rigore ad ogni costo: ora si prepara anche l’esercito
L’Italia sta per subire uno choc socio-economico così forte da provocare disordini e rivolte: la profezia che Gianroberto Casaleggio ha affidato a Gianluigi Nuzzi è così realistica che se ne starebbe occupando persino l’esercito, nell’eventualità di dover rinforzare l’ordine pubblico in previsione di sommosse, provocate dal regime europeo dell’austerity. Lo sostengono Eugenio Orso e Anatolio Anatoli, che nel loro blog analizzano la recentissima “Direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013” emanata dal ministero della difesa, retto dall’ex Pdl Mario Mauro, ora montiano. L’aspetto sconcertante, osservano i due analisti, riguarda l’impegno diretto delle forze armate verso obiettivi non propriamente militari: e cioè il rispetto assoluto dei trattati europei dell’austerity a cominciare dalla intangibilità dell’Eurozona, condizioni che vengono elevate al rango di elementi-chiave per la sicurezza nazionale.
La premessa è fosca, in una cornice di guerra imminente: «Non può essere ignorata la possibilità, per quanto remota, di un coinvolgimento del paese e del sistema di alleanze del quale siamo parte in un confronto militare su vasta scala e di tipo “ibrido”, ovvero che implichi sia operazioni convenzionali, sia operazioni nello spettro informativo, sia operazioni nel dominio cibernetico», afferma il ministero. «Elemento irrinunciabile della politica nazionale è anche il pieno rispetto degli impegni assunti in sede europea». Impegni che il ministero della difesa considera «finalizzati a garantire la stabilità di lungo periodo della moneta comune e, con essa, dell’intero sistema economico comunitario». Proprio la stabilità dell’Eurozona «deve essere considerata come essenziale per il perseguimento del fine ultimo, costituito dalla sicurezza del sistema internazionale e delle relazioni politiche ed economiche che in questo si sviluppano».
L’Italia, pertanto, «deve operare con determinazione per azzerare il deficit di bilancio e ricondurre nei tempi previsti il debito pubblico entro i limiti stabiliti a livello europeo». Strano che ad occuparsi di questo tema non sia il ministero dell’economia, ma quello della difesa. «Il mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio lungo un arco di tempo pluriennale – conclude la nota – rappresenterà, quindi, un vincolo ineludibile nella definizione delle scelte in materia di difesa che, negli anni, saranno adottate». Mettendo insieme questi punti e sapendo leggere fra le righe, scrivono Orso e Anatoli, il quadro che ne esce è a dir poco preoccupante: «Obbiettivo primario è il pareggio di bilancio, il mantenimento e la difesa dell’euro a qualsiasi costo (anche a costo del sangue della popolazione) e il conseguente mantenimento dell’Italia, checché ne dica il popolo, nel lager dell’Eurozona, fondamentale spazio globalista in cui rinchiudere i popoli europei adattandoli, con le buone o con le cattive, al nuovo ordine neocapitalistico».
Il vincolo ineludibile della disciplina di bilancio nel lungo periodo informa anche le scelte in materia di difesa e di impiego delle forze armate, perché, sempre leggendo fra le righe, «la minaccia risulta chiara: se il popolo ridotto allo stremo si ribellerà – a partire dall’autunno inverno di quest’anno, poniamo – non si esiterà a impiegare la forza, armata, per ridurlo a più miti consigli, in un possibile conflitto “ibrido” in cui molte saranno le armi impiegate, accanto a quelle convenzionali». Ed ecco che quella “possibilità remota” di coinvolgimento militare in un conflitto «diverrebbe drammaticamente concreta», al punto che «la forza militare nazionale sarebbe impiegata, da uno spregevole governo collaborazionista degli occupatori del paese, contro lo stesso popolo italiano, a vantaggio, come si scrive nel testo riportato, della stabilità di lungo periodo della monetacomune, controllata da entità private euroglobaliste, nonché del mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio (ormai recepita in Costituzione) lungo un arco di tempo pluriennale».
Per Orso e Anatoli, il messaggio è inequivocabile: «In presenza di disordini sociali estesi, ai quali la repressione poliziesca e dei carabinieri non riuscirà a far fronte, scenderanno in campo le forze armate». Scenario possibile? «Se ti tolgono il lavoro, la sicurezza, la possibilità di un minimo di pianificazione dell’esistenza e persino il cibo», è facile che si possa ricorrere all’uso di armi magari improprie, per «spaccare tutto, cercando di fermare i tuoi nemici», scrivono i due blogger, che accusano i politici italiani di essere «collaborazionisti dell’euro-nazismo, dell’atlantismo, dell’Occidente, del libero mercato globale e della liberaldemocrazia». Autunno caldo: «Il rischio di estesi sociali disordini, in Italia, è quindi un rischio reale», anche se Letta e Napolitano «continuano a negare l’evidenza».
Fonte: nocensura
 

“Bloccheremo l’Italia, stavolta non ci ferma nessuno“.

“Bloccheremo l’Italia, stavolta non ci ferma nessuno“. Mariano Ferro, leader dei Forconi, con la passione di sempre, sembra non voler sentir ragioni e tira dritto per la strada della protesta, al di là delle critiche e dei cori in dissenso che stanno caratterizzando il dibattito in questi giorni, precedendo la protesta che dovrebbe iniziare giorno 8 dicembre dalle ore 22. “Il fronte antisciopero è formato solo da quegli imprenditori che continuano ad avere la Mercedes parcheggiata davanti all’azienda”.

Cia, Coldiretti e Confagricoltura, e – in provincia di Ragusa – gli operatori agricoli e dei mercati di Vittoria, Santa Croce Camerina e Donnalucata, ha rivolto appelli così accorati, che hanno coinvolto anche il Prefetto, tali da far presagire che la mobilitazione dei Forconi ne scatenerà un’altra di segno opposto, concretizzando una vera e propria “guerra fra poveri”.

Ma Ferro ribatte: “Non fanno paura a nessuno, le cose sono diverse da come si cerca di farle apparire. Purtroppo la verità è che questo è il tempo dei furbi, mentre il tempo degli onesti è finito. E la verità è anche che ci sono molti interessi in gioco: tanti imprenditori maneggiano prodotti che vengono da fuori e li spacciano per siciliani, mentre i piccoli produttori muoiono per colpa di questa concorrenza sleale. Tante volte abbiamo chiesto ai Prefetti di sollecitare i controlli da parte della Finanza, cosa che mai è stata fatta”.

Mariano Ferro non si mostra toccato, neanche da chi li accusa di essere “fuori legge”. Ormai la macchina della rivolta è partita e questa volta speriamo che non ci scappi il morto”. La linea è dura, ma per i Forconi è tutta colpa del Governo: “In tutte le salse abbiamo avvisato il ministro degli Interni, Angelino Alfano di non mettersi contro di noi. Ci diranno che non è legale? Bè, quello che sta facendo lo Stato italiano a tutti noi è legale? Qui c’è gente che si uccide, non ce la fa ad andare avanti, a cui viene pignorata la casa dopo 50 anni di lavoro. Tutto questo deve finire”. Nulla, secondo Ferro, è cambiato in questi due anni, nonostante il Movimento 5 stelle, il governo Letta e il governatore di centrosinistra Rosario Crocetta. Anzi. “La situazione si è aggravata. Ora crediamo che i grillini, come tutti i politici, servono a ben poco”.

Ferro fra l’altro ha stabilito un legame molto forte tra questa protesta e il caso delle aste giudiziarie, che in Provincia di Ragusa è finito nel mirino della Procura: “Fino a questa mattina ho spiegato al sindaco di Vittoria che a fronte di 4 mila esecuzioni immobiliari in corso, non so se vale di più un camion di pomodori… Per quale motivo chi sta rischiando di perdere la casa dovrebbe fermarsi?”.

Niente li può fermare, oramai, neanche l’accordo siglato a Roma tra il Ministro Lupi e le associazioni dell’autotrasporto, Unatras e Anita: “Sono decisioni che derivano da associazioni di categoria – ribatte Ferro – e io voglio ricordare che associazioni di categoria e sindacati sono il cancro di questo Paese. Accordi come questi sono stati fatti centinaia di volte: gli autotrasportatori sanno benissimo che non ne riceveranno alcun beneficio. E in ogni caso – conclude – dobbiamo ricordarci pure che questa ribellione non è la ribellione degli autotrasportatori: è la ribellione degli italiani”.

(di Paolo Borrometi)

L’Appello del sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia

Il sindaco, Giuseppe Nicosia, interviene sulla protesta annunciata per il 9 dicembre dal movimento dei Forconi.

Giuseppe Nicosia“Non si possono non condividere – dichiara il primo cittadino – le ragioni della protesta, che sono sacrosante. Da anni, infatti, vengono puntualmente disattese le richieste del mondo agricolo. Nonostante la protesta dello scorso anno, che ha prodotto danni gravissimi, e nonostante le iniziative eclatanti organizzate anche a Vittoria, dove per quasi un mese esponenti di Altragricoltura hanno messo in atto lo sciopero della fame, il governo nazionale non ha dato alcuna risposta. Eppure, l’anno scorso la Commissione Agricoltura del Senato aveva approvato all’unanimità un documento che recepiva le richieste dei rappresentanti istituzionali e delle organizzazioni di categoria del mondo agricolo ed aveva impegnato il governo ad agire su questo fronte. Ebbene, ad oggi nessuna di quelle istanze ha trovato accoglimento nei vari decreti emanati dal governo, che di tutto si è occupato fuorché di agricoltura. Mentre le aziende rischiano di chiudere, non si è ottenuta nemmeno una moratoria dei debiti e delle procedure esecutive immobiliari. Ma, se sono del tutto condivisibili le ragioni dell’annunciata protesta, restano invece distanti dal sentimento collettivo e dalle ragioni di chi vuole tutelare l’agricoltura le modalità dell’iniziativa che, se dovesse trasformarsi in blocco dei trasporti, danneggerebbe gli stessi soggetti che si vogliono invece garantire. Mi sono sentito telefonicamente con il leader dei Forconi, Mariano Ferro, che l’anno scorso è riuscito ad ottenere la ribalta nazionale con la sua protesta, anche se poi non si sono ottenuti i risultati sperati, e l’ho invitato a partecipare lunedì alla seduta aperta del Consiglio comunale di Vittoria, per sentire il grido di dolore dei produttori. Il fermo dei trasporti provocherebbe un danno enorme, con la conseguenza che la grande distribuzione finirebbe per approvvigionarsi in Spagna, in Marocco e nei Paesi del Maghreb, che sono già stati ampiamente avvantaggiati dallo scellerato accordo euro-marocchino. La debolezza della protesta sta nel mancato coinvolgimento delle istituzioni, primi fra tutti i sindaci, che hanno il dovere di difendere le aziende agricole, i piccoli trasportatori, gli artigiani e i commercianti che lottano quotidianamente per sopravvivere e che ancora resistono ai colpi della crisi. Rivolgo un appello ai governi nazionale e regionale, affinché si sveglino dal torpore che li induce a ragionare per mesi dell’Imu e della decadenza di Berlusconi e a dare subito le risposte che il mondo agricolo aspetta, accogliendo le istanze presentate e mettendo al primo posto in agenda la moratoria dei debiti e delle procedure esecutive. Al Movimento dei Forconi chiedo invece di individuare altre forme di protesta, altrettanto eclatanti ma meno perniciose per le ragioni del mondo agricolo, e di coinvolgere anche i sindaci, che devono diventare – e di questo intendo investire l’Anci – interlocutori del governo, ma non più con il cappello in mano, né disposti a subire le angherie istituzionali nei confronti degli enti locali e dei cittadini. Ritengo che nelle rivendicazioni serva coesione, e per questo, pur ritenendo condivisibili le ragioni della protesta, sono convinto che occorra trovare modalità alternative: sarà questa la soluzione che potrà mettere insieme un ampio schieramento, capace di ottenere risposte concrete. Viceversa, lo scontro fratricida rischia di produrre solo le solite promesse politiche vuote e mai rispettate”.

(di Cinzia La Greca)

dall’assessore all’istruzione del Comune di Diano Castello (IM) Manuela Leotta.

 
“Ne ho i coglioni colmi di buonismo integralismo e quant’altro… Sono orgogliosamente Italiana… sono stufa di questa feccia che ci invade ma soprattutto delle merde che consentono, anzi agevolano, questa vergognosa invasione… Cosa aspettiamo per riprenderci in mano il nostro paese? Ronde armate? Rastrellamento a tappeto dei posti dove si annidano? Dormire armati con il colpo in canna? Prendere a calci in culo (a sangue) boldrini e kyenge? Qualcosa è fattibile”. Sono queste alcune delle frasi shock postate qualche ora fa sulla sua pagina Facebook dall’assessore all’istruzione del Comune di Diano Castello (IM) Manuela Leotta.

Quarantasette anni, militante de “La Destra” di Francesco Storace, è stata eletta alle scorse elezioni comunali del 2011 nella lista civica “Continuità e Rinnovamento” (centro-destra) ed è stata nominata assessore (dal sindaco Romano Damonte,ndr) con le seguenti deleghe: istruzione, protezione civile e tutela degli animali.

L’assessore si scaglia contro il Ministro all’integrazione Cecile Kyenge (lo fece anche il vice sindaco del Comune confinante Cristiano Za Garibaldi) e contro il Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ipotizzando addirittura la possibilità di “prenderle a calci in culo (a sangue)” postando, poi, vignette poco edificanti.

30 Novembre, le città delle mobilitazione.

Movimento Forza Nuova.
La segreteria nazionale informa che il 30 Novembre il Movimento si mobilitera´ nelle citta´ di Varese, Vicenza, Latina, Foggia, Catania ed in una citta' del nord che verra' resa nota in data 27 Ottobre. Il tema principale della mobilitazione sara' " Popolo italiano alza la testa" ma i cortei conterranno tematiche specifiche quali la corruzione ( FN e' protagonista di forti azioni di denuncia sia a Verona che a Sezze) la lotta all' immigrazione ( di pochi giorni fa la manifestazione di successo a Pozzallo) le battaglie contro la legge sull' omofobia e la deriva antinaturale in atto. Il 30 Novembre emergera` chiara e motivata la battaglia forzanovista per la difesa della dignita´ di un popolo che si vede espropriato delle sue ricchezze, delle sue case, delle sue terre e della sua sovranita´.Una difesa dei settori piu' poveri, dei dimenticati da governi e partiti,dei disperati e di coloro che non hanno ne' certezze ne' lavoro ma che sempre di piu' vedono in Forza Nuova l' ultima speranza per l' Italia. Le manifestazioni del 30 saranno il preludio all' inizio della rivolta sociale che si accendera'' presto in ogni angolo d' Italia e vedra' protagonisti agricoltori, autotrasportatori, piccoli imprenditori, gli schiacciati dal fisco, gli strozzati da Equitalia. I forzanovisti saranno a fianco di questo popolo che alza la testa e che non vuole morire.

L'Italia si ferma dal 9 dicembre.

L'Italia si ferma dal 9 dicembre. L'Italia che produce di qualsiasi settore, l'Italia dei disoccupati, dei precari, dei giovani, degli studenti, dei padri, delle madri, dei figli e di chiunque voglia dire basta.
Questa Italia si ribella e scende nelle strade e nelle piazze contro il far-west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani, contro questo modello di Europa, per riprenderci la sovranità popolare e monetaria, per riappropriarci della democrazia, per il rispetto della costituzione, contro un governo di nominati, per difendere la nostra dignità.
Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l'identità di un paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni.
CERCHIAMO DI FARE UN ELENCO DELLE RIUNIONI ORGANIZZATIVE, DEI PRESIDI, DELLE VARIE FORME DI PROTESTA CHE CI SARANNO IN TUTTA ITALIA, IN MODO CHE CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE SA DOVE POTERLO FARE...


ELENCO PRESIDI (in continuo aggiornamento):

- AGRIGENTO e Provincia. Il presidio avverrà presso LA ROTONDA GIUNONE (SOTTO LA VALLE DEI TEMPLI) DALLE ORE 08:00 DI GIORNO 09/12/13 ...

-AVEZZANO. Presidio del 9 nel centro della Citta' di Avezzano.

-FIRENZE. Scenderemo in PIAZZA DELLA FORTEZZA DA BASSO ( LATO FONTANA ) ALLE ORE 7.00 DEL 9 DICEMBRE !

-GENOVA: PIAZZA DE FERRARI h 8.00, Manifestazione Apolitica e pacifica.

-IMPERIA. PRESIDIO IN PIAZZA U.CALVI, DALLE ORE 8

-MESSINA. Presidio dall' 8 dicembra (ore 22:00) presso i caselli di Tremestieri

-PALERMO:
1)Presidio in Via Ernesto Basile (università, senza bandiere nè simboli).
2)Presidio in Piazza Indipendenza (di fronte presidenza regionale),senza bandiere nè simboli ma tollerati effigge dei forconi e della sicilia.

- PESARO. Per la provincia di Pesaro/Urbino la manifestazione del 09/12/2013 e giorni successivi consisterà nel presidiare "piazza del Popolo" di Pesaro.

-RAVENNA. A PARTIRE DAL 9-12-2013 SI TERRA' UN SIT-IN AD OLTRANZA IN PIAZZA BARACCA (angolo Via Maggiore Via Cavour).
Il sit-in PACIFICO consisterà in manifestazioni, attività di protesta, ed altre attività collaterali collegate alla protesta nazionale che avrà luogo in tutte le principali piazze di Italia.

- ROMA. La manifestazione a ROMA , si terrà in PIAZZA DEI PARTIGIANI - PIRAMIDE-OSTIENSE il giorno 9 dalle 8:00!

-SAVONA. Presidio davanti al "Palazzo del governo" in piazza Saffi (Savona).Abbiamo depositato il modulo per il sit-in che avra' luogo dal 9/12 al 15/12.

-TERAMO. Presidio 9 dicembre 2013: uscita autostrada Val Vibrata. Lunedì 9 dicembre dalle ore 00.00

ELENCO RIUNIONI ORGANIZZATIVE IN VISTA DEL 9 DICEMBRE (in ordine alfabetico, in continuo aggiornamento).

--ALESSANDRIA. SI RIUNISCE IL COMITATO ORGANIZZATIVO DELLA MANIFESTAZIONE LOCALE Sabato 30/11/13 ORE 10,00 PRESSO IL BAR TRUCKS IN VIA CASALCERMELLI, 110 ORGANIZZATA DAL SIGNOR PIETRO MATTEO GALLO..

--ANDRIA. Per sabato 30 Novembre, riunione presso l'Hotel Ottagono ore 15,00 (uscita A16 andria-barletta), con Augusto Zaccardelli segretario nazionale autotrasporti e i suoi delegati locali , provinciali e regionale e tutte le categorie economiche locali iscritte alla CCIAA. Confluiranno i comuni viciniori Barletta, Corato, Trani, Terlizzi, Bisceglie, Canosa di P., Minervino M. Inoltre parteciperanno disoccupati, precari, lavoratori a contratti a tempo, associazioni che operano nel sociale e semplici curiosi diffidenti ma interessati ad uscire dal letargo della conformità.

--AVELLINO E BENEVENTO. Giorno 29/11 alle ore 19:00, incontro per coordinare l'evento del 9 dicembre, chi vorrà collaborare, o solo iniziare a capire quello che andremo a fare, è ben accetto all'incontro, aperto anche agli amici di altre zone.
Piazza Aniello Colucci, Comune di Sirignano.

--BERGAMO E PROVINCIA. LUNEDì 2 DICEMBRE alle ore 20.00, incontro presso "Europizzi S.p.A." via provinciale 455, URGNANO, Bergamo

--BIELLA E ZONE LIMITROFE. VENERDI' 29, ORE 21:00 RIUNIONE PER COORDINAMENTO, IN PIAZZA CHIESA DELL'ASSUNTA (VIGLIANO BIELLESE), VIA SENATORE AVOGADRO, 19.

--BOLOGNA. RIUNIONE GRUPPO COORDINAMENTO BOLOGNA, Sabato 30 novembre, ore 14.30, "CENTRO SOCIALE ANZIANI", VIA CANONICA 18, CROCE DI CASALECCHIO DI RENO.

--BRINDISI. Sabato 30 Novembre alle ore 16:00 in via Osanna 74, presso il "Supermercato Sociale" riunione deil gruppo organizzativo di Brindisi (per la manifestazione del 9 Dicembre).
Sono invitati tutti i cittadini di Brindisi e provincia.

----CASERTA. Incontro organizzativo lunedi 2 dicembre ore 18,45 presso Flora della Reggia.

-- CASSINO (PROVINCIA DI FROSINONE): RIUNIONE ORGANIZZATIVA DEL 9 DICEMBRE PER LA ZONA DI CASSINO E CASSINATE, SABATO 30 NOVEMBRE ALLE ORE 20,30, AL BAR VARLESE VICINO L'USCITA DELL'AUTOSTRADA DI CASSINO.

--CATANIA. Assemblea il 29 Novembre ore 17.00, insieme ai forconi di tutta la Sicilia, presso il Teatro "La Consolazione" (Via Milo 11).

--CIVITANOVA MARCHE. Lunedì 2 Dicembre, 20.30
RIUNIONE al BAR ASTRO di PORTO SAN GIORGIO (Via Viale della Vittoria 117) per l'organizzazione Presidi e Sit-in.COORDINAENTO Fermo-Civitanova Marche.
--CORROPOLI. ORGANIZZAZIONE PER GRUPPO TERAMO, GIORNO 28-11, presso il Mix pub di Via S. Giuseppe 10, CENTRO STORICO,Corropoli.

--FERRARA. INCONTRO ORGANIZZATIVO PER LE ATTIVITA' LEGATE AI BLOCCHI/ SCIOPERI/ MANIFESTAZIONI SIT-IN/ PRESIDI IN ZONA FERRARA E PROVINCIA CHE COMINCERANNO UFFICIALMENTE IL 9 DICEMBRE 2013.
Sabato 30 Novembre, alle ore 16,30, presso il Bar Vienna, Via Bologna n.137/E , si terrà la riunione del coordinamento di Ferrara e Provincia ( 9 Dicembre ) in cui specificheremo il da farsi. [Ci sarà l'obbligo per tutti i partecipanti di una consumazione obbligatoria, l'evento si terrà al piano superiore del bar].Il Coordinatore Provinciale Giunta Giovanni.

--FERMO. Lunedì 2 Dicembre, 20.30
RIUNIONE al BAR ASTRO di PORTO SAN GIORGIO (Via Viale della Vittoria 117) per l'organizzazione Presidi e Sit-in.COORDINAENTO Fermo-Civitanova Marche.

--GRAVELLONA TOCE. Riunione Organizzativa "Lago Maggiore 2", Venerdì 29 Novembre ore 20.30, Circolo ARCI Gravellona Toce "Casa del Popolo" Corso Roma, 50.

--GROSSETO. Seconda riunione organizzativa, domenica 1 dicembre, ore 21.00, presso officina Cloe's Garage via Pisa 30.

--LA SPEZIA E PROVINCIA: Lunedì 2 dicembre alle ore 20.30,
INCONTRO DI COORDINAMENTO PER CITTA' DI LA SPEZIA, PRESSO: "THE GRAPES" PRESSO PIAZZALE DEI MACELLI – PONTREMO.

-- LIVORNO/PIOMBINO. RIUNIONE FISSATA PER MARTEDÌ 2 DICEMBRE, ORE 18,00. Località montecaselli 16/8 - PIOMBINO (entrata di Piombino , subito dopo distributore Agip girare a destra). per info contattare Daniele Gavazzi).

--MACERATA. Pressp il CIRCOLO PROCAIROLI (DIETRO IL RISTORANTE PECORA NERA), ALTRA RIUNIONIONE LUNEDI 02/12/2013 PER COORDINARE I PRESIDI NAZIONALI DEL COORDINAMENTO 9 DICEMBRE 2013.

--MANTOVA. Sabato 30 Novembre, ore 14.00, Ritrovo per discussione e organizzazione riguardo la mobilitazione nazionale del 9 dicembre. Ci vediamo all'interno dalla parte del Brico, dove c'è il bar/self- service.

--NAPOLI (E CAMPANIA): ATTENZIONE: LUOGO INCONTRO MODIFICATO! GIOVEDI' 28 NOVEMBRE, ALLE ORE 20:30 PRESSO PALESTRA GYMNICA BUDDAH VILLAGE - VIA RIPUARIA ZONA VARCATURO-GIUGLIANO (NA) AMPIO PARCHEGGIO ADIACENTE.

--PADOVA. In vista del blocco totale del 9 dicembre.
Sabato 30/11/2013 Riunione in piazza dei Signori nel cuore di Padova alle 17.30 per coordinarci su luoghi e modalità.

--PARMA. Faremo la seconda riunione domenica 1 dicembre ore 16, quartiere ex salamini Parma... Per decidere se fare un sit in al casello o in piazza.

--PERUGIA. Giovedì 28 novembre, alle ore 20:30 presso il centro socio-culturale di Ferro di Cavallo, via Gregorovius, 11 (Pg) si svolge l'assemblea pubblica, per discutere e decidere assieme come organizzarsi per la mobilitazione del 9 dicembre.

--PIOMBINO. RIUNIONE FISSATA PER MARTEDÌ 2 DICEMBRE, ORE 18,00. Località montecaselli 16/8 - PIOMBINO (entrata di Piombino , subito dopo distributore Agip girare a destra). per info contattare Daniele Gavazzi o Emiliano Lavalle.

--PONTINIA (LT). SABATO 30 ALLE ORE 16:00 AL TEATRO FELLINI (PIAZZA INDIPENDENZA) GRANDE INCONTRO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DELL'EVENTO 9 DICEMBRE 2013 -L'ITALIA SI FERMA.

--PORTO SAN GIORGIO. Lunedì 2 Dicembre, 20.30
RIUNIONE al BAR ASTRO di PORTO SAN GIORGIO (Via Viale della Vittoria 117) per l'organizzazione Presidi e Sit-in.COORDINAENTO Fermo-Civitanova Marche.

--REGGIO CALABRIA. Il gruppo "9 dicembre 2013:Reggio calabria" si riunisce Sabato 30 alle 18:00 in piazza san francesco-via sbarre centrali;

--REGGIO EMILIA e Dintorni. RIUNIONE Domenica 1 Dicembre, ore 15.30, Hotel Metropolis (Via Fratelli Cervi 71/B, Reggio nell'Emilia).
NEL CORSO DELLA RIUNIONE SI DEFINIRANNO DECISIONI, LUOGHI E MODALITA' OPERATIVE PER IL BLOCCO DEL 9 DICEMBRE.

--RIMINI. Sabato 30 novembre alle 17.30 ci si riunisce in Via Manzoni,1 ( Trav. Via Regina Elena - altezza Via Pascoli ) Hotel "sole blu".

--ROMA. Per giovedi' 28 novembre si terra' l'ennesima riunione presso la parrocchia di San Bernardo da Chiaravalle situata in Via degli Olivi, 180, angolo Viale Palmiro Togliatti per le ore 21.00 fino alle ore 23.00 la sala è la numero 1 (è una sala parrochiale).

--SAVONA. Sabato 30, ore 20.30, Incontro al porto Pippo Rebagliati in Savona per aggiornamenti manifestazione 9/12/2013. (Piazza Pippo Rebagliati)

--TARANTO E PROVINCIA. Lunedì 2 dicembre, ore 19,00, Riunione di coordinamento, presso Ristorante-Pizzeria "Sala Azzurra" – SanBasilio.

--TORRESELLE di PIOMBINO DESE (PD). GIOVEDì 5 DICEMBRE alle 20,30, Riunione di coordinamento presso il Bar Pizzeria Ristorante "ALBACHIARA" in Via Piave, 70.

--TRIESTE.La riunione si farà martedì 3/12. Per gentile concessione del locale "Antico nonzolo", in Via dell 'Istria 70, direzione Burlo, 50 metri dopo Largo Pestalozzi sulla sx. La saletta è a disposizione dalle 20 fino alle 22 e tengono aperto solo per noi e ci chiedono in cambio solo di consumare qualcosa.

--UDINE. INCONTRO PROGRAMMATICO Venerdì 29, ore 21 presso HOTEL RAMANDOLO - Udine, Via Forni di sotto, 28. Trattasi di incontro organizzativo che avrà lo scopo di puntualizzare e ufficializzare le iniziative che sono state intraprese e verranno concretizzate.

--URGNANO. LUNEDì 2 DICEMBRE alle ore 20.00, incontro presso "Europizzi S.p.A." via provinciale 455, URGNANO, Bergamo.

-- VARESE E PROVINCIA. INCONTRO DI COORDINAMENTO SABATO 30 novembre ALLE ORE 15.00, PRESSO CIRCOLO RISTORATORE DI CASCINE MAGGIO, Viale Lombardia 34, CASTRONNO (VA)

--VENEZIA-MESTRE, TREVISO-BELLUNO.
GIOVEDI' 28 NOVEMBRE ORE 21,00 A MESTRE RIUNIONE ORGANIZZATIVA PER
RUOLI E STRATEGIE.

--VERCELLI. RIUNIONE COORDINAMENTO, Lunedì 2 dicembre ore 21, presso il PUB LA VOGLIA (VIA LAGRANGE, 28)

--VIBO VALENTIA. LUNEDÌ 2 DICEMBRE H.18:00, con Saro Messina,VIA MILITE IGNOTO,30..PER INFO 3294751289 E' GRADITA CONFERMA TELEFONICA ANCHE CON UN SOLO SMS.

--VITERBO. GIORNO 2 DICEMBRE SI TERRà UNA RIUNIONE A VITERBO, IN VIA GARIBALDI 14 (PIAZZA FONTANA GRANDE) ALLE ORE 14,00 PER FARE PUNTO SULLA SITUAZIONE DEI BLOCCHI RIGUARDANTE LA CITTA' DI VITERBO.

--VOGHERA. Chiunque voglia partecipare al volantinaggio su Voghera, saremo in piazza SABATO 30 NOVEMBRE con una bandiera italiana ore 9 e 30, PIAZZA DUOMO entrata centrale venite ognuno con più' volantini che potete !!!

venerdì 29 novembre 2013

Fiamma Tricolore abbandona il progetto An. Romagnoli: «Cose che capitano…»

Fonte ATUTTADESTRA

http://www.atuttadestra.net/index.php/archives/223174

Nella seduta del CC di domenica 24 novembre a.c., la maggioranza dei membri presenti (11
contro 6 se non erro), non ha ratificato e quindi ha respinto la proposta di federazione che i
proponenti del “Movimento per l’Alleanza Nazionale” hanno avanzato e presentato con la
manifestazione per l’unità dell’area in Roma il 9 novembre.
La cosa non mi ha sorpreso, poiché il rischio che una certa enfasi su “riedizioni o
riesumazioni” (sulle quali peraltro avevo cercato di raccomandare, per quanto possibile,
prudenza ai proponenti), potesse produrre effetti negativi, era, come dire, dietro la porta.
Capitano tante cose in politica.
Ci sta.
Capita che i tempi della politica e soprattutto della propaganda, spesso non possano andare
di pari passo con la consultazione degli organi di Partito.
Capita che non si sappia, o non si voglia, “guardare oltre” e non si voglia riconoscere che “gli
errori” del passato “di alcuni” siano più importanti -per alcuni, non per me-, della deflagrante
assenza di una destra unita che difenda la Nazione Italia.
Capita che si rimanga immobili, ben saldi nella propria torre immacolata ed eburnea, piuttosto
che scendere tra i “peccatori” e cercare insieme qualcosa che ti unisce piuttosto che ricordare
ciò che ti ha disunito.
Capita che si sia più credibili, ma che quest’attendibilità ti procuri plausi ma suffragi
insufficienti.
Ne capitano, in politica, di tutti i colori e, in quasi diciannove anni di MS Fiamma T. -per tacere
della semplice militanza precedente nel MSI-, ne ho viste e vissute tante.
Capita che chi immaginassi fosse capo indiscutibile ed esemplare a un certo punto non lo sia
stato più.
Capita che chi ti garantisse appoggio, condivisione e amicizia ci ripensi (tradimento è parola
tanto abusata ed esagerata nel nostro ambiente, tanto più quando il prezzo o i motivi dello
stesso sono piuttosto miseri).
Capita. Capita e accade che sia difficile condividere tutto in una comunità familiare,
figuriamoci in una comunità numerosa quale può essere un Partito.
So quello che capita in politica, ma ho scelto di farla; mi appassiona, mi diverte, anche, da
tanti anni: e a me non è servita e non serve per sbarcare il lunario.
Ma sento ancora la necessità di continuare a farla; perché sento che essa è un dovere civile,
etico, un dovere alto, per cercare in primis di migliorare le condizioni e il futuro della mia
Nazione e del mio popolo. E per farla, ho bisogno di platea; platea cui illustrare, platea alla
quale chiedere confronto e poi consenso, platea alla quale quindi poter dimostrare che posso
ben rappresentare ciò che predico. Gente alla quale posso tentare di migliorare l’esistenza,
anche, non solo presuntuosamente elevare morale e idealità.
Non chiedete a un missionario perché decide di catechizzare anche chi è sordo. Come scrive
qualcuno assai immortale, non chiedete a Zarathustra di fermarsi e riposare in attesa che lo
seguano. Non chiedetegli il perché: lo fa e basta.
Cerca di farlo al meglio nel rispetto delle sue convinzioni, certo, ma se non è un velleitario (e
certamente non è un mitomane e quindi non si sente strictu sensu Zarathustra), valuta i limiti
e le possibilità oggettive dell’efficacia delle sue azioni e dei suoi mezzi.
Voler partecipare alla politica presentandosi alle elezioni con qualche oggettiva possibilità di
ottenere degli eletti che cerchino di rappresentare con onestà e disinteresse personale
appunto “l’interesse nazionale” e la nostra proposta sociale è il limite -”umano troppo umano”, 2
per continuare con le indegne citazioni di Nietzsche-, della mistica che per tanti anni mi ha
accompagnato nella militanza.
È capitato a me e capita ad altri che si preferisca il misticismo della politica alla politica che
cerca il consenso.
Lo so; lo ho fatto, e spesso ho preferito la mistica al pragmatismo. L’ho fatto, sperando che
fosse utile all’affermazione del mio progetto.
Oggi, penso che l’atteggiamento mistico sia affatto non utile per cercare di contribuire alla
salvezza dei valori fondanti e fondamentali della mia comunità di Partito e soprattutto di
Popolo.
Se un numero d’indefessi immarcescibili militanti, ama la battaglia nell’ultima trincea, ne
apprezzo la costanza e determinazione elitaria, ma non ne condivido il percorso, che secondo
me conduce all’estremo sacrificio, all’estinzione di un progetto politico.
Senza la possibilità di trovare qualche convergenza e qualche condivisione, necessariamente
anche con chi ha fatto altri percorsi, ci si riduce a essere bella testimonianza, si va “alla bella
morte”, non si fa un Partito.
È capitato nella storia che manipoli di eroi si siano sacrificati in una ridotta, ma l’hanno fatto
senza per questo pretendere che altri “meno eroici”, che onorevolmente per tanti anni si sono
battuti sullo stesso fronte, vadano incontro alla medesima rovinosa disfatta.
Oggi, sento che non può capitare più a me, di sentirmi dire che non voglio accettare l’ultima
ridotta; oggi ritengo che non debba più farmi carico solo di responsabilità, e progettualità, e
ore passate a studiare e scrivere cosa proponiamo e cosa inventiamo per poi sentirmi dire:
“L’importante è che siamo qui, insieme, nella ridotta”. Oggi ritengo che sia tempo di
risparmiare un pochino sugli estenuanti contatti e confronti pindarici, sulle spiegazioni, sulla
didattica e la tattica; oggi ritengo di aver già dimostrato cosa ho dato e cosa ho avuto con
generosità bidirezionale, da chi ha condiviso con me la militanza nel MSFT.
Oggi, non ho alcuna nostalgia se non “quella per il futuro”, come indegnamente ricalco.
Spiace, certo, che si possano interrompere rapporti politici e anche d’amicizia, ma è meglio
che s’interrompano, piuttosto che degenerino. “Artefici del proprio destino” e delle proprie
scelte, non ostaggi di caratterialità e volubilità, questo è giusto essere, tanto più in un Partito
di volontari. Non ostaggi di rigidità e magari di qualche eccesso di opportunità, o chissà,
anche di qualche imperfetta capacità, è giusto essere.
Ho cercato e cerco di perseguire un tentativo, peraltro franco, pubblico e annunciato a più
riprese e persino oggetto della mia proposta per il recente congresso nazionale di fine giugno.
Ho cercato in tanti anni, e ancora cerco di dare una prospettiva di partecipazione alla nostra
proposta per una “destra sociale”. E soprattutto, soprattutto ripeto, sento che meritano
rispetto e un grazie anche i sacrifici di quanti per tanti anni si sono impegnati con me, e tanta
intelligenza e pazienza hanno anche loro messo al fianco dei menzionati indefessi inossidabili
eroi, producendo idee e proposte, militando e presentando liste elettorali in condizioni
proibitive in nome del MSFT; anche mentre gli inossidabili “eroi” o non riuscivano nell’impresa
o sceglievano in qualche caso vie più “amene”. Meritano “un” grazie, anche questi militanti
della condivisione d’impegno, e meritano rispetto e spazio se oggi vogliono provare a
riaffermare il progetto della Destra Sociale insieme anche ad altre e nuove energie.
Dalle politiche del 2008, passando per le Europee del 2009, è capitato spesso che gli “eroi” di
sempre – e qualche nuovo “eroe” di oggi-, abbiano criticato, ma poco abbiano prodotto,
almeno in termini di presentazione di lista. Nessuno li ha crocefissi per questo, nessuno dei
“meno eroici”, me stesso in testa, ne ha decretato l’anatema o chiesto l’allontanamento. Ora
ci si è data l’occasione di rilanciare, di partecipare a un nuovo progetto, di avere un po’ di
visibilità per i nostri temi, per le nostre proposte. Ora possiamo contribuire alla riedificazione 3
di una casa comune della destra italiana nella quale comunque salvaguardare la nostra
identità (l’hanno comunque chiesto, anche se in modo un po’ pasticciato).
Parte ragguardevole dii militanti e soprattutto parte degli elettori della Fiamma o che alla
Fiamma avrebbero votato o potrebbero votare può apprezzare questo tentativo. Sono
convinto che buona parte del nostro mondo e anche “di quello degli altri” vuole questo mai
esperito tentativo.
Che parte del nostro Comitato Centrale (11 a 5) abbia rifiutato quanto in testa citato, ci sta.
Ma che parte del CC che è stato eletto nell’ultimo congresso accettando, di fatto, il
programma da me proposto pretenda di escludere ogni altro tentativo e dichiari di respingere
sdegnosamente questa possibilità è impolitico è assurdo.
È scorretto, anche.
Che dieci componenti (contro sette) del Comitato Centrale votino acciocché io non presenti
nemmeno la controproposta che segue a chi ci ha -scusate la ripetizione-, proposto una
federazione, un’alleanza, è una responsabilità di cui si assumono tutte le conseguenze, prima
di tutto sul piano interno. Ecco cosa è stato respinto 10 a 7 (ovviamente senza il voto del
proponente):
PROPOSTA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE
Del Movimento Sociale Fiamma Tricolore
“per una Federazione e l’unità d’azione della destra italiana”
Roma 24 novembre ’13
Considerato che il CC in data odierna non ha ratificato il documento di federazione proposto dal
“Movimento per l’Alleanza Nazionale” datato 8 novembre 2013; considerando il percorso fin qui
intarpreso di federazione e/o alleanza dei soggetti proponenti (già definiti nel documento di cui
sopra Partiti o movimenti che si sono riuniti e federati nella predetta data), salvo impregiudiicata
ogni eventuale diversa determinazione.
Ribadendo la volontà che esso non si esaurisca, ma piuttosto sia il più ampio possibile e conduca alla
massima unità d’area politica della destra italiana e quindi al migliore coordinamento ai fini
dell’affermazione dei principali valori condivisi che si inscrivono nel solco ideale del MSI,
testimoniata dal suo continautore Movimento Sociale Fiamma Tricolore;
- con la certeezza che il MSI sia il primo riferimento ideale e programmatico, pur con gli ovvi
adeguamenti che un’azione politica traguardata al futuro contempera;
CONFERMA DI VOLER CONTINUARE CON UNITÀ D’INTENTI E D’AZIONE CON I SOGGETTI
PROPONENTI LA FEDERAZIONE E QUANT’ALTRI NE VOGLIANO CONDIVIDERE PRINCIPI E
FINALITÀ DEL PERCORSO FEDERATIVO.
All’uopo propone ai soggetti sopramenzionati, di considerare che una Federazione o Alleanza cui
partecipi il MSFT, preveda:
1) una pari dignità dei Partiti effettivamente costituiti e/o rappresentati e/o che siano stati presenti
con proprie liste ad elezioni almeno di livello regionale;
2) che un Consiglio Direttivo consideri quanto sopra nel caso in cui si proceda alla compilazione di
liste comuni per la presentazione elettorale a livello superiore a quello delle elezioni regionali;
3) che decisioni di legale rappresentanza possano essere assunte dal Consiglio direttivo solo con
l’approvazione di ciascuno dei Partiti Federati;
4) che le attività e le iniziative politiche, in nome e per conto della Federazione, siano assunte dal
Consiglio Direttivo a maggioranza, rispettando il peso delle “componenti Partiti” della Federazione 4
stessa, come definiti al punto 1, rispetto a quello di altre associazioni o singoli associati. A tal
proposito si ritiene strettamente necessario anche il miglior coinvolgimento dei quadri regionali dei
rispettivi Partiti, a somiglianza di quanto avviene nel Consiglio direttivo nazionale, in modo tale da
coordinare al meglio le relative attività.
In Roma, 24 novembre 2013,
Luca Romagnoli
Segretario Nazionale
Che fare ora? Che facciamo ora? Niente è tutto.
Ritengo di avere un mandato congressuale a fare alleanze e non intendo indietreggiare.
Intraprendano le azioni che credono.
Ritengo di continuare a perseguire il tentativo di inscrivere il MSFT, finché lo rappresento, in
un sistema di alleanze che gli consenta di partecipare ai futuri appuntamenti elettorali di livello
e interesse degno di un Partito che voglia essere nazionale. Ritengo di dover perseguire il
tentativo di riunificare la destra italiana, tentando di orientarla il più possibile al sociale nel
solco delle nostre radici.
Ritengo che la Destra Sociale, che simbolicamente ha affiancato nelle elezioni europee del
2009, e alle recenti nel Lazio e a Roma e in altre occasioni la Fiamma del MSFT, debba
tentare con rinnovate energie e nuove sinergie, andando oltre recinti e steccati, di proporre e
propagandare soluzioni. Senza rinunciare a niente della sua identità e progettualità.
Ri-organizziamoci, dunque, diamo spazio a chi voglia procedere su questa via, andando oltre
schematismi e paletti mitologici incapacitanti, sinceramente sentiti o ipocritamente sventolati
che siano.
Noi, di volere andare oltre l’abbiamo più volte dimostrato.
Luca Romagnoli
Segretario Nazionale 

COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA RIVOLUZIONE 9 DICEMBRE 2013


IL 9 DICEMBRE L'INIZIO DELLA FINE... PER I PARASSITI.

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VENETO: referente territoriale Verona / Veneto: Patrizia Badii, cell. 3492587764, email: info@lifeveneto.com (risposte immediate) - Giorgio Bissoli, Segretario Azione Rurale, Tel 3493657967 – mail: bissoligiorgio@libero.it

Gruppo coordinamento Portogruaro: https://www.facebook.com/groups/1392029327706265/

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ATTENZIONE:
I gruppi Facebook sono unicamente funzionali all'operatività sul loro specifico territorio ed alla connessione con altri gruppi organizzati eventualmente presenti sul territorio. Tali gruppi devono quindi avere anche dei referenti territoriali che coordinino le attività sul territorio, che siano gli stessi referenti del gruppo Facebook o no, e/o rapportarsi con gruppi e attività sul territorio per la organizzazione e la coordinazione dei presidi/sit-in/blocchi/scioperi/manifestazioni del 9 dicembre 2013.

Altri referenti territoriali non inseriti nella lista sono presenti in tutta Italia: per avere il loro contatto richiederlo al referente territoriale o al gruppo Facebook più vicino.


ELENCO INCONTRI E PRESIDI:

https://www.facebook.com/events/559316560820255/?ref=ts&fref=ts


LINK A TUTTI I GRUPPI FACEBOOK TERRITORIALI E MATERIALI INFORMATIVI UTILI DA VARIO GENERE:

http://www.novedicembre.altervista.org/index.html#intro

http://notiziedm.wordpress.com/.../litalia-si-organizza.../


PAGINE E BLOG CHE SUPPORTANO L'EVENTO E LINK UTILI E DEL COORDINAMENTO NAZIONALE:

Pagina Facebook C.R.A. Comitati Riuniti Agricoli, del comitato di coordinamento nazionale: https://www.facebook.com/danilo.cra.9?ref=ts&fref=ts Pagina Facebook

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Catena Umana Attorno al Parlamento Italiano: https://www.facebook.com/CATENAUMANA.PARLAMENTO.ITALIANO?fref=ts

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Pagina Facebook Il Popolo non si Piega ma si ribella: https://www.facebook.com/IlPopoloNonSiPiegaMaSiRibella... Pagina Facebook Attivismo:https://www.facebook.com/pages/Attivismo/293694004051950?fref=ts

Blog Fronte di Liberazione dai Banchieri: www.frontediliberazionedaibanchieri.it Blog Free Italia: http://www.free-italia.net/

Pagina Piccoli Imprenditori e Suicidi di Stato:https://www.facebook.com/pages/Piccoli-imprenditori-e-i-suicidi-di-stato/263017430426713?fref=ts Pagina Una Lira Per L'Italia: https://www.facebook.com/UnaLiraPerLitalia?fref=ts

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Dignità Sociale: http://dignitasocialeblogtestprova.blogspot.it/

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L’India umilia l’Italia: la NIA rinvia a giudizio i Marò per omicidio con richiesta di pena capitale


Una fonte informativa indiana che sinora si è dimostrata sempre molto attendibile, ha reso pubblica una nota informale, stando alla quale la NIA, l’agenzia antiterroristica indiana, ha tratto le sue conclusioni sul caso Marò ed avrebbe chiesto che essi vengano perseguiti nell’ambito della normativa SUA 2002. Questa, nella sua scarna essenzialità, prevede solo due possibilità: la piena assoluzione degli innocenti, la pena capitale per impiccagione per i non innocenti. Punto, tutto qui, senza alcuna possibilità di infliggere pene graduabili, nè la disamina di contesti nei quali emergano circostanze attenuanti od aggravanti.
Un epilogo agghiacciante, questo, che noi abbiamo denunciato a partire dallo scorso aprile e dato per scontato e ritenuto inevitabile senza precise ed efficaci contromisure, ragione per la quale abbiamo reiteratamente e pubblicamente intensificato le nostre sollecitazioni a chi di dovere, cioè a coloro che tenevano i contatti e si incontravano con gli indiani, perchè agissero nelle modalità più corrette ed incisive per la tutela giudiziaria dei Marò, intervenendo con numerosi articoli sull’argomento. Ne segnaliamo uno dello scorso 4 settembre, poco più di due mesi fa, dal titolo “La NIA blinda le indagini, ora i Marò rischiano la pena di morte” in cui denunciavamo il rischio che per i nostri Marò si prospettasse la richiesta della pena capitale per la brutta piega che avevano preso gli avvenimenti a causa del disinteresse e del pressapocchismo dimostrati dai nostri governanti nei loro incontri con gli indiani, mai condotti con la ferma determinazione che serve in certe circostanze a riaffermare i propri incontestabili diritti ed a pretenderne il rispetto. Ancora lo scorso 14 novembre, mentre la Bonino invitava ad addobbare l’albero di Natale per l’arrivo alle rispettive case dei Marò, e de Mistura gioiva trionfante perchè gli indiani gli avevano assicurato che il processo sarebbe stato rapido (ma nessuna assicurazione sulla sua equità, nè sul suo esito), noi avevamo ancora una volta denunciato questa spada di damocle della pena di morte che pendeva sulla testa di Max Latorre e Salvo Girone, con l’articolo: “La NIA gela gli entusiasmi:Prove schiaccianti contro i Marò. Ora rischiano la pena capitale”. Nella nota delle fonte indiana si può leggere, traducendo dall’inglese: La NIA, che ha condotto l’istruttoria relativa ai due Marines italiani accusati dell’uccisione di due pescatori del Kerala, ha raccomandato che essi siano perseguiti secondo una normativa che preveda l’applicazione della pena capitale. Il rapporto della NIA inviato al MHA (il Ministero degli Interni, ndr), nonostante ripetute suppliche (usano proprio questo termine, ndr) inviate dal MEA (Ministero degli Esteri, ndr) per la considerazione di reati meno gravi. La NIA, il MEA ed il MHA hanno confermato che il rapporto è stato circolato tra gli interessati la tarda serata di martedì scorso (in pratica ieri mattina in Italia, ndr). In precedenza, il ministro degli esteri Salman Khurshid aveva assicurato agli italiani (che ci avevano creduto, ndr) che i Marò non sarebbero stati accusati per reati che contemplano la pena di morte. Khurshid prese questo impegno quando i marines si rifiutavano di ritornare in India lo scorso febbraio. Il collegio di difesa di Latorre e Girone hanno ribadito che i loro rappresentati hanno sparato in acqua a presunti pirati e che non hanno mai sparato contro nessuno deliberatamente per colpire. Il cuore del furioso dibattito (così definiscono i contrasti all’interno del governo sul caso, confrontare articolo Qelsi dello scorso 2 ottobre, ndr) nella fattispecie è rappresentato dalla legge approvata nel 2002 : “The Suppression of Unlawful Acts Against Safety of Maritime Navigation and Fixed Platforms on Continental Shelf” Act (SUA), denominata SUA 2002, la quale dispone di comminare la pena capitale a chiunque causi volutamente la morte di qualcuno in mare. Questo disposto è chiaramente riferito dalla lettera dell’Art. 3 commi (g) ed (i) che recitano molto crudamente che chi causa la morte di una persona va punito con la morte. Il MEA è impegnato a risolvere in qualche modo questo punto per non fare giudicare i Marò nell’ambito di questa (drastica e truculenta, ndr) normativa, anche per non violare l’impegno che si era assunto Khurshid che dovrebbe rappresentare una garanzia con piena sovranità. Ma la NIA ed il MHA la pensano diversamente e ritengono che il file istruttorio prodotto sia del tutto valido e che decidere la sorte dei marines è una prerogativa solo della Corte dell’India. Nella nota viene anche richiamata la disputa giurisdizionale non risolta, nella quale l’Italia rivendica il diritto di essere lei a giudicare i fatti e ad acclarare le eventuali responsabilità dei Marò in un processo. Adesso gli indiani farneticano, asserendo che la SUA si applica nelle acque in cui l’India ritiene di tutelare i propri interessi, che si estenderebbe al di là delle 12 miglia nautiche sino a 200 miglia. Il diritto marittimo e quello internazionale stabiliscono, invece, in 12 miglia il limite delle acque territoriali e sino a 24 miglia una fascia intermedia detta Contiguous Zone, nella quale un Paese conserva alcune prerogative sovrane, per esempio la possibilità di interventi militari per contrastare il traffico di armi o di droga, oppure per contrastare l’arrivo e lo sbarco di clandestini non autorizzati. L’incidente dei Marò, per ammissione degli indiani, è avvenuto a 20,5 miglia dalla costa del Kerala, cioè nella Contiguous Zone nella quale ci pare evidente non ricorra alcuna delle clausole che potrebbe giustificare la giuridsdizionalità indiana sul caso dei Marò. Quella delle 200 miglia è solo un’invenzione che se presa sul serio ed applicata da tutti sic et simpliciter porterebbe a miriadi di irresolubili contenziosi internazionali. Catastrofica, infine, la chiusura della nota, che conferma l’intenzione di NIA e MHA di proseguire sulla strada “legale” del giudizio in ambito SUA, mentre il ministero degli esteri si riserva di procedere ad un approfondimento di ogni aspetto legale prima di prendere una qualsivoglia decisione. Insomma, continueranno a rassicurare Letta, la Bonino e de Mistura in cordiali tea party, mentre i colleghi indiani di Khurshid manderanno al patibolo i nostri Marò. Come abbiamo fatto noi a preconizzare questo esito così minaccioso e terrificante per la sorte dei nostri fucilieri? Disponiamo di una sofisticata sfera di cristallo? Siamo sensitivi? No, nè l’uno, nè l’altro. Molto semplicemente ci siamo affidati al buon senso, ci siamo informati e ci siamo impegnati nell’analisi obbiettiva di dati e notizie che arrivavano dall’India, tutte cose trascurate dai vari Terzi, Bonino e de Mistura, per non parlare delle responsabilità politiche e penali di Monti prima e di Letta poi. Queste ultime derivano dall’avere consentito l’estradizione di indagati in un paese in cui vige la pena di morte, cosa della quale la nostra fatiscenza magistratura condivide la colpa e le responsabiltà per essersi astenuta dall’intervenire, e che è una flagrante violazione del nostro dettato costituzionale. Poi, per esempio, quando si è visto che le posizioni sul quesito di giurisdizionalità erano in netto contrasto, è stato gravissimo che l’Italia abbia subito mollato sul punto, mostrando arrendevolezza e dando un chiaro segnale di debolezza agli indiani. Quando tra due soggetti c’è un contrasto che non si è capaci di risolvere, si va da un terzo, arbitro o giudice che sia, non che si lascia perdere dandola vinta alla controparte senza nessuna decisione in base al diritto di un ente dirimente. Un altro errore imperdonabile stato quello di conferire un basso profilo a un caso che era difficile, spinoso e delicatissimo, molto complicato perchè coinvolgeva il diritto internazionale e la politica. Quando si decide di affidarsi ad un funzionario del ministero degli esteri, ad un burocrate, ad un camminatore di corridoi come de Mistura, che non riveste alcun ruolo politico o di governo, e che quindi non può coniugare la buona volontà sempre dimostrata con l’autorevolezza, poi i risultati sono questi. Ben altra cosa sarebbe stato portare la vicenda dei Marò all’attenzione internazionale, all’ONU, al G8, in Europa, alla Nato ed in ogni altro consesso nel quale fare coagulare un consenso a favore della liberazione dei nostri fucilieri facendo valere le loro buone ragioni. Ma poi va segnalata la dabbenaggine e l’incredibile creduloneria, la pacchiana faciloneria con la quale hanno preso per buone false assicurazioni degli indiani, senza neanche insospettirsi che avessero affidato ad un tribunale speciale che si occupa solo di terroristi e di pena di morte. Nell’artcolo del 4 sette mbre già richiamato, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento, avevamo scritto : Qualcuno in Italia…..(omissis) sosterrà che nel caso in oggetto dei Marò, sia il primo ministro Singh, così come il ministro degli Affari Esteri Salman Khurshid, abbiano a suo tempo ampiamente rassicurato, anche per iscritto, il governo italiano che essi non corrono il rischio di condanna a morte…. Questa posizione “buonista” ed improntata ad irresponsabile ottimismo delle nostre istituzioni non ha alcun riscontro nei fatti, nè alcun fondamento giuridico. Intanto di quanto ci si possa fidare delle parole, o anche delle lettere, degli indiani lo dimostra la vicenda surreale e kafkiana che stanno vivendo i Marò, detenuti senza uno straccio di indizio della loro colpevolezza e malgrado le numerose prove della loro innocenza. Ma quello che preoccupa sono i risvolti giuridici che una macchina giustizialista mostruosa sta producendo a danno dei due fucilieri del San Marco.
Dopo l’uscita accomodante dei “politici” indiani, funzionari della NIA che appartengono sia alla sfera inquirente, che a quella giudiziaria, a più riprese hanno tenuto a precisare che “in base all’ovvia indipendenza garantita alla magistratura, anche a quella antiterroristica, da qualsiasi altro potere dello stato, la politica esprime pareri che non condizionano e non influenzano le decisioni che il potere giudiziario assume nell’ambito delle proprie competenze ed in piena autonomia di giudizio”……. Ergo, le assicurazioni di Singh e Khurshid non hanno alcun valore e lasciano il tempo che trovano. A contare sono invece le dichiarazioni di funzionari della NIA che hanno fatto propria la decisione dei magistrati del Kerala, confermata e sottolineata con la blindatura dell’istruttoria, di processare i Marò nell’ambito del SUA Act del 2002……per cui se i Marò fossero rinviati a giudizio per omicidio, l’unica pena prevista per loro sarebbe quella capitale per impiccagione. Se veramente la politica indiana avesse voluto scongiurare questo esito letale, avrebbe affidato il procedimento ad un tribunale ordinario di New Delhi. Sic rebus stantibus, qual è il grado di credibilità di quelli che cercano di tranquillizzarci in India ed Italia? Mettendo insieme la pochezza dei nostri rappresentanti con gli elemendi valutazione forniti dagli indiani avevamo previsto tutto quello che sarebbe successo. Quelli che hanno provocato questo disastro umano e giuridico ci hanno accusato di essere esagerati e pessimisti nel lanciare i nostri allarmi, ma ora i fatti ci danno purtroppo ragione. Non è un merito di cui ci sentiamo orgoliosi, tutt’altro, perchè per l’immagine del Paese e per il bene dei Marò speravamo tanto di avere torto marcio. Ed è il pensare che l’Italia sta in mano a gente ed a politici che ci governano con la stessa dabbenaggine ed imperizia con la quale stanno conducendo il caso dei Marò a spaventarci più di tutto, destino di Latorre e Girone a parte.