venerdì 29 novembre 2013

Fiamma Tricolore abbandona il progetto An. Romagnoli: «Cose che capitano…»

Fonte ATUTTADESTRA

http://www.atuttadestra.net/index.php/archives/223174

Nella seduta del CC di domenica 24 novembre a.c., la maggioranza dei membri presenti (11
contro 6 se non erro), non ha ratificato e quindi ha respinto la proposta di federazione che i
proponenti del “Movimento per l’Alleanza Nazionale” hanno avanzato e presentato con la
manifestazione per l’unità dell’area in Roma il 9 novembre.
La cosa non mi ha sorpreso, poiché il rischio che una certa enfasi su “riedizioni o
riesumazioni” (sulle quali peraltro avevo cercato di raccomandare, per quanto possibile,
prudenza ai proponenti), potesse produrre effetti negativi, era, come dire, dietro la porta.
Capitano tante cose in politica.
Ci sta.
Capita che i tempi della politica e soprattutto della propaganda, spesso non possano andare
di pari passo con la consultazione degli organi di Partito.
Capita che non si sappia, o non si voglia, “guardare oltre” e non si voglia riconoscere che “gli
errori” del passato “di alcuni” siano più importanti -per alcuni, non per me-, della deflagrante
assenza di una destra unita che difenda la Nazione Italia.
Capita che si rimanga immobili, ben saldi nella propria torre immacolata ed eburnea, piuttosto
che scendere tra i “peccatori” e cercare insieme qualcosa che ti unisce piuttosto che ricordare
ciò che ti ha disunito.
Capita che si sia più credibili, ma che quest’attendibilità ti procuri plausi ma suffragi
insufficienti.
Ne capitano, in politica, di tutti i colori e, in quasi diciannove anni di MS Fiamma T. -per tacere
della semplice militanza precedente nel MSI-, ne ho viste e vissute tante.
Capita che chi immaginassi fosse capo indiscutibile ed esemplare a un certo punto non lo sia
stato più.
Capita che chi ti garantisse appoggio, condivisione e amicizia ci ripensi (tradimento è parola
tanto abusata ed esagerata nel nostro ambiente, tanto più quando il prezzo o i motivi dello
stesso sono piuttosto miseri).
Capita. Capita e accade che sia difficile condividere tutto in una comunità familiare,
figuriamoci in una comunità numerosa quale può essere un Partito.
So quello che capita in politica, ma ho scelto di farla; mi appassiona, mi diverte, anche, da
tanti anni: e a me non è servita e non serve per sbarcare il lunario.
Ma sento ancora la necessità di continuare a farla; perché sento che essa è un dovere civile,
etico, un dovere alto, per cercare in primis di migliorare le condizioni e il futuro della mia
Nazione e del mio popolo. E per farla, ho bisogno di platea; platea cui illustrare, platea alla
quale chiedere confronto e poi consenso, platea alla quale quindi poter dimostrare che posso
ben rappresentare ciò che predico. Gente alla quale posso tentare di migliorare l’esistenza,
anche, non solo presuntuosamente elevare morale e idealità.
Non chiedete a un missionario perché decide di catechizzare anche chi è sordo. Come scrive
qualcuno assai immortale, non chiedete a Zarathustra di fermarsi e riposare in attesa che lo
seguano. Non chiedetegli il perché: lo fa e basta.
Cerca di farlo al meglio nel rispetto delle sue convinzioni, certo, ma se non è un velleitario (e
certamente non è un mitomane e quindi non si sente strictu sensu Zarathustra), valuta i limiti
e le possibilità oggettive dell’efficacia delle sue azioni e dei suoi mezzi.
Voler partecipare alla politica presentandosi alle elezioni con qualche oggettiva possibilità di
ottenere degli eletti che cerchino di rappresentare con onestà e disinteresse personale
appunto “l’interesse nazionale” e la nostra proposta sociale è il limite -”umano troppo umano”, 2
per continuare con le indegne citazioni di Nietzsche-, della mistica che per tanti anni mi ha
accompagnato nella militanza.
È capitato a me e capita ad altri che si preferisca il misticismo della politica alla politica che
cerca il consenso.
Lo so; lo ho fatto, e spesso ho preferito la mistica al pragmatismo. L’ho fatto, sperando che
fosse utile all’affermazione del mio progetto.
Oggi, penso che l’atteggiamento mistico sia affatto non utile per cercare di contribuire alla
salvezza dei valori fondanti e fondamentali della mia comunità di Partito e soprattutto di
Popolo.
Se un numero d’indefessi immarcescibili militanti, ama la battaglia nell’ultima trincea, ne
apprezzo la costanza e determinazione elitaria, ma non ne condivido il percorso, che secondo
me conduce all’estremo sacrificio, all’estinzione di un progetto politico.
Senza la possibilità di trovare qualche convergenza e qualche condivisione, necessariamente
anche con chi ha fatto altri percorsi, ci si riduce a essere bella testimonianza, si va “alla bella
morte”, non si fa un Partito.
È capitato nella storia che manipoli di eroi si siano sacrificati in una ridotta, ma l’hanno fatto
senza per questo pretendere che altri “meno eroici”, che onorevolmente per tanti anni si sono
battuti sullo stesso fronte, vadano incontro alla medesima rovinosa disfatta.
Oggi, sento che non può capitare più a me, di sentirmi dire che non voglio accettare l’ultima
ridotta; oggi ritengo che non debba più farmi carico solo di responsabilità, e progettualità, e
ore passate a studiare e scrivere cosa proponiamo e cosa inventiamo per poi sentirmi dire:
“L’importante è che siamo qui, insieme, nella ridotta”. Oggi ritengo che sia tempo di
risparmiare un pochino sugli estenuanti contatti e confronti pindarici, sulle spiegazioni, sulla
didattica e la tattica; oggi ritengo di aver già dimostrato cosa ho dato e cosa ho avuto con
generosità bidirezionale, da chi ha condiviso con me la militanza nel MSFT.
Oggi, non ho alcuna nostalgia se non “quella per il futuro”, come indegnamente ricalco.
Spiace, certo, che si possano interrompere rapporti politici e anche d’amicizia, ma è meglio
che s’interrompano, piuttosto che degenerino. “Artefici del proprio destino” e delle proprie
scelte, non ostaggi di caratterialità e volubilità, questo è giusto essere, tanto più in un Partito
di volontari. Non ostaggi di rigidità e magari di qualche eccesso di opportunità, o chissà,
anche di qualche imperfetta capacità, è giusto essere.
Ho cercato e cerco di perseguire un tentativo, peraltro franco, pubblico e annunciato a più
riprese e persino oggetto della mia proposta per il recente congresso nazionale di fine giugno.
Ho cercato in tanti anni, e ancora cerco di dare una prospettiva di partecipazione alla nostra
proposta per una “destra sociale”. E soprattutto, soprattutto ripeto, sento che meritano
rispetto e un grazie anche i sacrifici di quanti per tanti anni si sono impegnati con me, e tanta
intelligenza e pazienza hanno anche loro messo al fianco dei menzionati indefessi inossidabili
eroi, producendo idee e proposte, militando e presentando liste elettorali in condizioni
proibitive in nome del MSFT; anche mentre gli inossidabili “eroi” o non riuscivano nell’impresa
o sceglievano in qualche caso vie più “amene”. Meritano “un” grazie, anche questi militanti
della condivisione d’impegno, e meritano rispetto e spazio se oggi vogliono provare a
riaffermare il progetto della Destra Sociale insieme anche ad altre e nuove energie.
Dalle politiche del 2008, passando per le Europee del 2009, è capitato spesso che gli “eroi” di
sempre – e qualche nuovo “eroe” di oggi-, abbiano criticato, ma poco abbiano prodotto,
almeno in termini di presentazione di lista. Nessuno li ha crocefissi per questo, nessuno dei
“meno eroici”, me stesso in testa, ne ha decretato l’anatema o chiesto l’allontanamento. Ora
ci si è data l’occasione di rilanciare, di partecipare a un nuovo progetto, di avere un po’ di
visibilità per i nostri temi, per le nostre proposte. Ora possiamo contribuire alla riedificazione 3
di una casa comune della destra italiana nella quale comunque salvaguardare la nostra
identità (l’hanno comunque chiesto, anche se in modo un po’ pasticciato).
Parte ragguardevole dii militanti e soprattutto parte degli elettori della Fiamma o che alla
Fiamma avrebbero votato o potrebbero votare può apprezzare questo tentativo. Sono
convinto che buona parte del nostro mondo e anche “di quello degli altri” vuole questo mai
esperito tentativo.
Che parte del nostro Comitato Centrale (11 a 5) abbia rifiutato quanto in testa citato, ci sta.
Ma che parte del CC che è stato eletto nell’ultimo congresso accettando, di fatto, il
programma da me proposto pretenda di escludere ogni altro tentativo e dichiari di respingere
sdegnosamente questa possibilità è impolitico è assurdo.
È scorretto, anche.
Che dieci componenti (contro sette) del Comitato Centrale votino acciocché io non presenti
nemmeno la controproposta che segue a chi ci ha -scusate la ripetizione-, proposto una
federazione, un’alleanza, è una responsabilità di cui si assumono tutte le conseguenze, prima
di tutto sul piano interno. Ecco cosa è stato respinto 10 a 7 (ovviamente senza il voto del
proponente):
PROPOSTA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE
Del Movimento Sociale Fiamma Tricolore
“per una Federazione e l’unità d’azione della destra italiana”
Roma 24 novembre ’13
Considerato che il CC in data odierna non ha ratificato il documento di federazione proposto dal
“Movimento per l’Alleanza Nazionale” datato 8 novembre 2013; considerando il percorso fin qui
intarpreso di federazione e/o alleanza dei soggetti proponenti (già definiti nel documento di cui
sopra Partiti o movimenti che si sono riuniti e federati nella predetta data), salvo impregiudiicata
ogni eventuale diversa determinazione.
Ribadendo la volontà che esso non si esaurisca, ma piuttosto sia il più ampio possibile e conduca alla
massima unità d’area politica della destra italiana e quindi al migliore coordinamento ai fini
dell’affermazione dei principali valori condivisi che si inscrivono nel solco ideale del MSI,
testimoniata dal suo continautore Movimento Sociale Fiamma Tricolore;
- con la certeezza che il MSI sia il primo riferimento ideale e programmatico, pur con gli ovvi
adeguamenti che un’azione politica traguardata al futuro contempera;
CONFERMA DI VOLER CONTINUARE CON UNITÀ D’INTENTI E D’AZIONE CON I SOGGETTI
PROPONENTI LA FEDERAZIONE E QUANT’ALTRI NE VOGLIANO CONDIVIDERE PRINCIPI E
FINALITÀ DEL PERCORSO FEDERATIVO.
All’uopo propone ai soggetti sopramenzionati, di considerare che una Federazione o Alleanza cui
partecipi il MSFT, preveda:
1) una pari dignità dei Partiti effettivamente costituiti e/o rappresentati e/o che siano stati presenti
con proprie liste ad elezioni almeno di livello regionale;
2) che un Consiglio Direttivo consideri quanto sopra nel caso in cui si proceda alla compilazione di
liste comuni per la presentazione elettorale a livello superiore a quello delle elezioni regionali;
3) che decisioni di legale rappresentanza possano essere assunte dal Consiglio direttivo solo con
l’approvazione di ciascuno dei Partiti Federati;
4) che le attività e le iniziative politiche, in nome e per conto della Federazione, siano assunte dal
Consiglio Direttivo a maggioranza, rispettando il peso delle “componenti Partiti” della Federazione 4
stessa, come definiti al punto 1, rispetto a quello di altre associazioni o singoli associati. A tal
proposito si ritiene strettamente necessario anche il miglior coinvolgimento dei quadri regionali dei
rispettivi Partiti, a somiglianza di quanto avviene nel Consiglio direttivo nazionale, in modo tale da
coordinare al meglio le relative attività.
In Roma, 24 novembre 2013,
Luca Romagnoli
Segretario Nazionale
Che fare ora? Che facciamo ora? Niente è tutto.
Ritengo di avere un mandato congressuale a fare alleanze e non intendo indietreggiare.
Intraprendano le azioni che credono.
Ritengo di continuare a perseguire il tentativo di inscrivere il MSFT, finché lo rappresento, in
un sistema di alleanze che gli consenta di partecipare ai futuri appuntamenti elettorali di livello
e interesse degno di un Partito che voglia essere nazionale. Ritengo di dover perseguire il
tentativo di riunificare la destra italiana, tentando di orientarla il più possibile al sociale nel
solco delle nostre radici.
Ritengo che la Destra Sociale, che simbolicamente ha affiancato nelle elezioni europee del
2009, e alle recenti nel Lazio e a Roma e in altre occasioni la Fiamma del MSFT, debba
tentare con rinnovate energie e nuove sinergie, andando oltre recinti e steccati, di proporre e
propagandare soluzioni. Senza rinunciare a niente della sua identità e progettualità.
Ri-organizziamoci, dunque, diamo spazio a chi voglia procedere su questa via, andando oltre
schematismi e paletti mitologici incapacitanti, sinceramente sentiti o ipocritamente sventolati
che siano.
Noi, di volere andare oltre l’abbiamo più volte dimostrato.
Luca Romagnoli
Segretario Nazionale 

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.