martedì 21 gennaio 2014

Colpito perché si veste da fascista: muore diciassettenne svizzero .



Berna, 21 gen – Un ragazzo di 17 anni è stato aggredito e ucciso da un gruppo di coetanei nella tranquilla cittadina di Yverdon-les-Bains, 60 km a sud di Berna. La vittima, dopo aver ricevuto un colpo, si sarebbe accasciata e, dopo i primi soccorsi, sarebbe deceduta al Chuv di Losanna. Gli aggressori si erano intanto dileguati.
Due i minorenni coinvolti nel delitto: un sedicenne colombiano, che si è poi costituito spontaneamente, e un quindicenne, entrambi detenuti in custodia cautelare. Secondo un testimone, la vittima indossava un giubbotto del marchio “Lonsdale” che avrebbe attirato l’attenzione del gruppo di ragazzi. Dopo averlo additato come un “facho”, un fascista, sarebbe partito il colpo letale. Intanto la fidanzata del ragazzo colombiano ha dichiarato: “I suoi amici a volte giocano a fare i gangster ma lui è un esempio per loro: non fuma e non beve e spesso chiedeva loro di uscire meno e fare più sport”. Secondo un’assistente sociale: “È considerato un giovane tranquillo, non violento ma nel suo gruppo c’è una mancanza di tolleranza nei confronti di coloro che non hanno lo stesso look”.
Il profilo della vittima è invece tutt’altro che quello di un brutale violento: “Era un appassionato di moto e di pesca ma soprattutto, amava cucinare”- racconta un amico.
In questa tragedia ha però un ruolo fondamentale il clima di tensione che si sta creando nella cittadina: per il 26 gennaio in un locale di Yverdon è previsto un concerto di musica neo-folk organizzato dall’associazione “Sole Nero”, al quale parteciperanno gruppi come i “Dernière Volonté”. Sin da Ginevra, per impedire lo svolgimento dell’evento, sono arrivate forti pressioni nonché minacce da parte di gruppi antifascisti sia alle istituzioni che al proprietario del locale che ospiterà il concerto, Pierre- André Kesselring, il quale si è poi sfogato così: “Quelli di sinistra hanno metodi fascisti, quelli di “Sole Nero” organizzano concerti da 30 anni senza che sia mai successo nulla”.
 
Di Roberto Guiscardo.

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