sabato 15 febbraio 2014

FORLÌ, 'ACCHIAPPAFANTASMI' NELLA VILLA:

FORLÌ, 'ACCHIAPPAFANTASMI' NELLA VILLA:
"È STATA CAPTATA LA PRESENZA DI MUSSOLINI"




FORLÌ - 'Ghostbusters' in azione a Forlì. Uno specchio che sembrerebbe riflettere l'immagine del duce. E la 'presenza' di donna Rachele. I risultati degli esami arriveranno a fine mese, ma il mistero di Villa Carpena si infittisce.  C'è chi giura di aver sentito rumori e voci, presenze strane. «In quello specchio c'è l'immagine di Benito Mussolini, si vede benissimo. E sul pavimento si sentivano i suoi passi, tonfi pesanti», sostiene Andrea Pugliese, del team di 'Ghost Hunter Padova', che il 31 agosto scorso ha ottenuto dai proprietari di Villa Carpena, nel comune di Forlì, a pochi chilometri da Predappio, ora trasformata in Museo 'Casa dei Ricordi', l'autorizzazione per effettuare indagini sulle presunte apparizioni del capo del fascismo. «Abbiamo fatto rilevazioni di notte, quando la villa era vuota - dice ancora Pugliese - si sentiva profumo di incenso e un odore forte provenire dalla cucina dove donna Rachele preparava da mangiare. Ci sono indizi consistenti che parlano dello spirito della moglie di Benito Mussolini, fino all'ultimo giorno della sua vita signora della villa». Infatti, «dalla prova dello 'spunto quantico', ovvero interagendo con l'entità attraverso qualcosa che i personaggi hanno fatto nella loro vita, sono arrivate risposte sorprendenti». L'esperimento è stato singolare: «A villa Carpena abbiamo diffuso un audio con i discorsi di Ciano, presi da un cinegiornale dell'istituto Luce». Dopo che è partita la voce del genero di Mussolini, il sensitivo, che secondo la tradizione staraciana ha dato del 'Voì a donna Rachele, «ha chiesto se lo spirito della donna fosse presente in villa. Una torcia elettrica, tenuta svitata e appoggiata sul tavolo, si è accesa da sola. Mentre si udiva Ciano, si accendeva e spegneva continuamente, segno di fastidio per quella voce». Non solo. «Sulla moto del Duce, la termocamera ha rilevato tracce di calore sul manubrio e sul pedalino». «Quando stavamo montando l'attrezzatura, abbiamo sentito una ostilità - racconta ancora Pugliese - c'era una presenza forte che ha riempito l'aria a lungo. Orazio Daniele, il sensitivo del nostro gruppo, si è sentito anche strattonare. Poi, iniziate le indagini, l'atmosfera si è fatta più calma, come se fossimo ben accetti. I proprietari e tanta gente sentono qualcosa in casa. C'è chi dice di aver preso calci sotto il tavolo della cucina. Noi abbiamo voluto vederci chiaro». Nella vita i 4 'cacciatori di fantasmi' della Ghost Hunter di Padova, tre uomini e una donna, fanno un altro mestiere. Ma la sera e nel tempo libero si trasformano. La sede è a Padova ma la valigia è sempre pronta, con attrezzatura adeguata, dovunque li chiamino. Orazio Daniele è il fondatore, poi ci sono Andrea alle fotografie, Erika per l'analisi audio e le rilevazioni termiche, Stefano per l'audio. «Siamo un'associazione di ricerche e attività paranormali -chiarisce Pugliese- facciamo ricerche in abitazioni private, ville o castelli». La missione è sempre la stessa: «Diamo la caccia ad anomalie, le studiamo in laboratorio, con programmi di uso forense e poi forniamo le nostre conclusioni al committente, prima di pubblicarle sul nostro sito». «L'intervento -spiega ancora l'indagatore del paranormale- avviene dopo una prima verifica sul campo. Orazio Daniele è un medianista: ' lui che fa il sopralluogo sul posto, capta le aree più cariche di energie, non escludendo eventuali campi elettromagnetici. Ci muoviamo solo con le autorizzazioni dei proprietari». Per le ricerche, il gruppo utilizza «rilevatori di campi elettromagnetici, videocamere a infrarosso, microfoni ultrasensibili, telecamere per riprese di notte, fotocamere modificate che catturano l'ultravioletto e l'infrarosso, per stanare sagome e campi di luce». Il caso più curioso, sottolinea 'l'acchiappafantasmi' riguarda «una foto misteriosa, al castello di Monselice, in provincia di Padova. Abbiamo 'catturato' una figura antropomorfa che passa davanti all'obiettivo della nostra macchina fotografica, dopo che il sensitivo ha indicato che occorreva fotografare proprio in quel punto». «Lo scatto -assicura l'indagatore del paranormale- ritrae nettamente un uomo: l'ipotesi è che possa trattarsi di Ezzelino da Romano, tiranno del 1.200, oppure Jacopino da Carrara, che secondo la leggenda fu rinchiuso nel maniero. Ci sono varie rilevazioni audio, in gergo Evp, che attestano un battito cardiaco, mentre viene pronunciato un nome, quallo di Avalda, amante del signore di Padova». Al castello di Valbona, in provincia di Padova la leggenda parla invece di «una dama e una guardia. Stiamo studiando il caso -conclude Pugliese- perchè la donna, secondo la tradizione, fu murata viva. Abbiamo fatto indagini approfondite. Una foto mostra una donna vicino al nostro sensitivo, un'altra figura è sul divano. Abbiamo passato una notte in compagnia dei fantasmi. Non è la prima volta».



Fonte art.

http://www.leggo.it

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