martedì 25 febbraio 2014

Svoboda, i neofascisti che amano la Nato

In piazza. La nuova immagine della formazione guidata dall’ex pugile Oleh Tyahnybok

a giorni le strade delle più impor­tanti città ucraine sono bloc­cate da impo­nenti mani­fe­sta­zioni di popolo con­tra­rie alla linea di governo filo-russa del pre­si­dente Vik­tor Janu­ko­vic. Pro­ta­go­ni­sta, accanto anche a forze pro­gres­si­ste, delle mani­fe­sta­zioni, anche il par­tito di estrema destra Svo­boda. Nato dopo l’immediata caduta della cor­tina di ferro fino al 2003 aveva come deno­mi­na­zione quella di Par­tito nazional-socialista ucraino, nome che modi­ficò in Unione pan-ucraina, comu­ne­mente Svo­boda (ter­mine che signi­fica sia «libertà» sia iden­ti­fica, in russo, le comu­nità rurali indi­pen­denti defi­nite, durante l’impero zari­sta, appunto «zone libere»). Svo­boda, sal­da­mente gui­data dall’ex-pugile Oleh Tyah­ny­bok, ha otte­nuto alle ele­zioni poli­ti­che del 2012 il 10,44% dei consensi.
La for­ma­zione poli­tica di oggi, pur non disco­no­scendo affatto le pro­prie radici nazi­ste e la sua atti­vità squa­dri­sta, è però figlia di una rior­ga­niz­za­zione totale avve­nuta tra le sue fila nel 2004 con l’avvento del neo­se­gre­ta­rio Tyah­ny­bok, un radi­cale rin­no­va­mento d’immagine.
Que­sto deciso e repen­tino resty­ling di fac­ciata fu deci­sa­mente azzec­cato e ha fatto fare un salto di qua­lità note­vole all’organizzazione, che ha saputo appro­fit­tare delle fasi più con­vulse della recente sto­ria ucraina: durante la cosid­detta Rivo­lu­zione Aran­cione nel 2004 Svo­boda si schierò senza mezzi ter­mini con­tro il movi­mento aran­cione e offrì un soste­gno, molto discreto, pro­prio al Par­tito delle Regioni dell’allora volto nuovo Janu­ko­vich, rice­vendo in cam­bio coper­tura media­tica e agi­bi­lità politica.
Dal 2004 l’attività di Svo­boda si è con­cen­trata su cam­pa­gne su temi sociali con parole d’ordine vio­len­te­mente raz­zi­ste e anti­se­mite, come la richie­sta della can­cel­la­zione del diritto d’asilo,della pos­si­bi­lità di avere una dop­pia cit­ta­di­nanza e di aver accesso a qual­siasi forma di wel­fare per i non ucraini. Cam­pa­gne e temi che frut­ta­rono a Svo­boda un nuovo aumento dei con­sensi nel 2007.
Ma qual è il pro­getto poli­tico di Svo­boda? Oltre alle clas­si­che pro­po­ste di una una forza di estrema destra e nazio­na­li­sta, vi è la can­cel­la­zione dell’Iva, il ritorno della Cri­mea sotto piena pote­stà nazio­nale, la tas­sa­zione di tutto il petro­lio e il gas di ori­gine russa diretto in Europa e l’ingresso nella Nato, per uscire defi­ni­ti­va­mente dall’orbita russa. Que­sto è il vero scon­tro tra il governo Janu­ko­vich e Svo­boda, che un tempo, se non alleati, di certo non erano nemici dichia­rati. L’«europeismo» e il «filo atlan­ti­smo» di Svo­boda hanno atti­rato cri­ti­che da altri gruppi neo­fa­sci­sti euro­pei (soprat­tutto a est) e l’accusa sulla stampa ucraina di essere una forza al ser­vi­zio di chi vuole desta­bi­liz­zare il paese in chiave anti Putin.
Nelle strade invece la geo­po­li­tica lascia spa­zio alle spe­di­zioni puni­tive, defi­nite «stra­te­gia d’azione nazio­nale», con­tro mili­tanti anti­fa­sci­sti, migranti e sog­getti defi­niti hitle­ria­na­mente «aso­ciali» e «devianti».Secondo il Cen­ter for Society Reserch di Kiev, un orga­ni­smo indi­pen­dente che si occupa di ana­liz­zare i movi­menti sociali in Ucraina, la stra­te­gia di Svo­boda è chiara: «Orga­niz­zare e inse­rirsi in ogni tipo di mani­fe­sta­zioni di mal­con­tento», con­tri­buendo a creare occa­sioni di scon­tro con la poli­zia e ten­tando con inti­mi­da­zioni e aggres­sioni di estro­met­tere dalle piazze for­ma­zioni poli­ti­che di oppo­sto credo poli­tico o poco com­pa­ti­bili con la sua visione del mondo. Così non sono man­cati gli assalti alle sedi di gruppi stu­den­te­schi di sini­stra, come Direct Action, il dan­neg­gia­mento di monu­menti del pas­sato sovie­tico o le sedi del Par­tito comu­ni­sta Ucraino.
Sicu­ra­mente la com­ples­sità del movi­mento di oppo­si­zione ucraino non è ricon­du­ci­bile o peri­me­tra­bile ai soli neo­na­zi­sti di Svo­boda, anche se la sovrae­spo­si­zione media­tica delle situa­zione ha fatto sì che per molti com­men­ta­tori, anche stra­nieri, il movi­mento di Tya­nh­ny­bok sia dive­nuto un sem­plice gruppo nazio­na­li­sta che richiede, in modo un po’ musco­lare, più demo­cra­zia interna; una legit­ti­ma­zione interna che per­met­terà all’estrema destra ucraina di pre­sen­tarsi alle ele­zioni euro­pee in modo rico­no­sci­bile e visi­bile sia dal punto di vista della pro­po­sta poli­tica che delle cre­di­bi­lità istituzionale.

Fonte art.
http://ilmanifesto.it



 

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