mercoledì 26 marzo 2014

I PROCESSI POLITICI DEL TRIBUNALE DI PORDENONE : DICHIARAZIONE GIURATA DEL PROF. GIAN PIO MATTOGNO

DICHIARAZIONE TESTIMONIALE DEL DOTT. GIAN PIO MATTOGNO AL TRIBUNALE DI PORDENONE, SUI PROCESSI POLITICI IN ITALIA.




Sono e mi chiamo GIAN PIO MATTOGNO ( [1] ) e intendo rispondere rendendo la presente dichiarazione.

Svolgo l’ attività di ricercatore storico e politico e in questa veste conosco da molti anni l’ avvocato Edoardo Longo.

Posso confermare che l’ avvocato Longo, da almeno vent’ anni, ha svolto attività di commentatore di politica giudiziaria su diverse pubblicazioni. Ricordo i giornali Rinascita, Sentinella d’ Italia, Il Popolo d’ Italia, Ciaoeuropa  ed altri. Di quelli pubblicati all’ estero ricordo l’ elvetico Il Courrier du Continent.

Il tema principale degli articoli e studi dell’ avvocato Edoardo Longo è sempre stato quello della critica alla deriva illiberale della magistratura e alla vergogna dei processi politici in Italia, in particolare quelli in danno dell’ area radicale di Destra, che sono ed erano solo attacchi del potere giudiziario nei confronti di persone o gruppi che semplicemente esprimevano idee politiche ed analisi politico – storiografiche in dissonanza con quelle delle centrali del potere politico internazionale. [2]

In particolare, in questa lunga attività pubblicistica, l’ avvocato Longo si è soffermato sul ruolo trasversale della lobby ebraica e delle sue pressioni per l’ apertura di procedimenti penali a carico di chi fosse un critico dello strapotere illiberale della stessa, nonché un critico della politica imperialista dello stato di Israele.

Naturalmente, in quanto avvocato, numerose persone hanno affidato la loro difesa in processi politici di questo genere, all’ avvocato Edoardo Longo.

Ed è proprio in una  di queste circostanze che ho conosciuto personalmente l’ avvocato. Egli si rivolse a me, nel lontano anno 2000, per chiedermi di svolgere incarico di consulente tecnico di parte in un processo politico molto problematico. Si trattava del “ processo Holy war against ZOG” e riguardava la chiusura di un sito che aveva questo nome ed era immesso in rete da un ragazzo di Viterbo. [3]

L’ avvocato Longo necessitava di un esperto che potesse documentare come la religione  ebraico- talmudica avesse realmente quei profili di inumanità , razzismo ed odio religioso che il sito in oggetto le addebitava, e che erano stati considerati delle mere “ invenzioni antisemite” prive di autenticità.

Accettai volentieri l’ incarico e redassi per la difesa del giovane viterbese una consulenza tecnica che poi venne anche pubblicata con il titolo di “ Il Non ebreo nella letteratura rabbinica”. [4]

Ricordo che quel processo, che si tenne in primo grado a Pontedera di Pisa nell’anno 2004, fu un processo molto difficile : infatti l’ ostilità giudiziaria verso il difensore e l’ imputato era palpabile in udienza con un comportamento del giudice che era un continuo ostruzionismo alla difesa, con toni che, mi si consenta dirlo, anche alterati.

Tant’è che, alla fine , il giudice revocò tutte le testimonianze della difesa che erano già state ammesse, e io stesso fui impedito di rispondere alle domande che mi venivano poste dalla difesa, ed infine la mia stessa testimonianza venne interrotta e io non potei deporre. [5]

L’ aula di udienza era presidiata da ingenti forze di polizia e la piazza antistante il tribunale era gremita di poliziotti armati in tenuta anti sommossa.

Durante l’ udienza l’ avvocato Longo venne sempre e sistematicamente interrotto dal giudice quando parlava. Si badi, che l’ avvocato si esprimeva sempre in modo educato, pacato, senza alzare la voce e senza usare toni offensivi. Cosa che non si poteva certo dire del giudice.

Sono a conoscenza che per questa attività di difensore in cause politiche e di commentatore politico molto critico verso le lobbies trasversali e la magistratura, l’ avvocato Longo subì molte minacce di vario tipo. Subì una aggressione giudiziaria infondata che durò anni e anni e si articolò in una marea di processi penali che non avevano spessore, ma avevano l’ obiettivo di “ togliere di mezzo” lo scomodo professionista. [6]

Di alcune delle tante minacce subite  mi ha parlato lui personalmente, di altre ho avuto modo di leggere su internet e sulla stampa.

Ricordo in particolare le minacce di aggressione giudiziaria ritorsiva fattegli pubblicamente da esponenti della Anti Deafamation League ( una organizzazione ebraica che attacca sistematicamente chi è considerato “ nemico “ della lobby ebraica) e so che l’ avvocato Longo subì anche una aggressione nel suo studio legale e un sequestro di persona.

Su internet se me parò molto e conobbi anche diverse persone che me ne parlarono.

Ho letto anche diversi libri che esponevano le traversie passate dall’ avvocato Longo ad opera die consigli di disciplina degli avvocati, organismo molto legati a gruppi di potere politico e che per questa ragione erano stati criticati da Longo in varie  circostanze.

In fede, 20 marzo, 2014.
GIAN PIO MATTOGNO


NOTA REDAZIONALE :


La dichiarazione che leggete è stata resa in occasione di un processo politico all’ avvocato Edoardo Longo[7] che si trascina avanti a quel campionario di bestialità giudiziarie che è il palazzo di giustizia di Pordenone. Il giudice aveva ammesso questa testimonianza ancora nel lontano 2011, ben sapendo su quali punti essa verteva ( ovviamente).

Ma il giorno in cui è dott. Mattogno avrebbe dovuto essere ascoltato ( 24 marzo 2014), il giudice, evidentemente su input di qualcuno dietro le quinte, ha revocato questa testimonianza, come ha he revocato contestualmente tutte le altre testimonianze volte a dimostrare, dati e nomi alla mano, che la magistratura pordenonese ( e non solo ) è adusa aggredire giudiziariamente i dissidenti politici ed è adusa anche vendicarsi degli avvocati che siano troppo scomodi alla magistratura perchè non accettano il linciaggio giudiziario scientifico dei loro assistiti.

In previsione di quanto regolarmente accaduto in barba alla legge e secondo una prassi banditesca tipica del tribunale di Pordenone , l’ avvocato Long che si aspettava la “ furbata” , aveva fatto preparare una dichiarazione giurata scritta, quella che avete letto.

Il giudice, colto di sorpresa, non ha pensato neppure per un istante di rispettare la legge ed il diritto alla difesa e non ha ammesso il verbale agli atti. Dove sarà comunque depositato. Gli piaccia o no.

Di questa condotta, che è la prova evidente e smaccata del metodo totalitario con cui agisce la magistratura italiana. Il giudice sarà chiamato a rispondere.

Per intanto, all’ ultimo dei soggetti a  cui la magistratura non si sente in dovere di render conto delle sue ( male ) azioni : il popolo italiano, attraverso l’ opinione pubblica.
 
Fonte art.  http://edoardolongo.blogspot.it   

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