giovedì 22 maggio 2014

La bella strada.


Ricordo di un leader nel 26mo della scomparsa. Rammarico per la mancata via a Roma
'Almirantiano' sempre, non tutti lo furono tra quelli che si affannano a "commemorarlo" solo ora.

Cent'anni fra un mese e qualche giorno, il 27 giugno. Una vita percorsa con onore e nell'amore dei suoi sostenitori. Ma oggi è il 26mo, triste anniversario della scomparsa di Giorgio Almirante e, come noi facciamo ogni anno da allora, lo ricordiamo approfittando della comune appartenenza anche a una categoria, quella dei giornalisti, che lo vedeva primeggiare come Maestro di penna.
Oggi lo ricorderà anche chi se ne era dimenticato in questi anni; ed e' comunque un bene, perché è il riconoscimento, postumo, della grandezza di un uomo e del suo pensiero. Assieme alla constatazione che come lui non se ne vedono più e che davvero nessuno può ergersi ad interprete per ragioni di semplice e squallida cassetta elettorale.
Lo ricordiamo con l'amarezza di chi avrebbe voluto vedergli dedicata una strada della città che amava, Roma, e che servi' nelle istituzioni. Ma questo onore non gli è stato tributato nella Capitale per colpa di un sindaco, "di destra", che era più pavido che coerente. Oggi Ignazio Marino dedica un pezzo della toponomastica romana ad Enrico Berlinguer, Alemanno non seppe farlo con Almirante.
Eppure, la bella strada ce l'aspettavamo. A Roma Almirante condusse le battaglie elettorali più belle con centinaia di migliaia di voti qui raccolti; capeggio' i nostri cortei più imponenti, infiammo' i comizi nella sua adorata piazza del Popolo; onoro' i tanti, troppi Caduti che proprio qui contammo a decine e decine sul selciato.
Un rapporto indissolubile tra Giorgio e la Capitale.
In queI giorni di maggio furono in due ad andarsene: poche ore prima di Almirante - in un drammatico gioco del destino - morì Pino Romualdi, un altro gigante della destra italiana. Fummo orfani dei nostri padri, e tocco' a Fini commemorarli. Oggi gli chiederei: "Ma perché ci hai costretto a dividerci in modo così lacerante?"....
Ci mancano quegli uomini e attendiamo chi possa essere degno di raccoglierne l'eredità, che ancora non si intravede all'orizzonte. Sembrano contare solo le carriere, il culto della personalità. Muta il pensiero di ciascuno per un pugno di voti, prevale il disprezzo di ogni piccolo indiano verso quello che fa la scelta diversa dall'altro. E si moltiplicano le divisioni. Si arriva persino a contestare - da parte di chi non lo sa... - il rapporto tra la destra italiana e Berlusconi: dimenticano chi, col Msi, ne salvo' le tv in Parlamento....
No, serve chi unisce, e ci vorrà la pazienza ereditata dagli Almirante e dai Romualdi per ricostruire qualcosa di decente a destra. Ci resta il ricordo di personalità indimenticabili, che vivranno cento e cento anni ancora nel cuore di ciascuno di noi, che non dimentichiamo - e ne siamo onorati - di aver seguito, amato, servito.
"Almirantiano" fu per anni un elemento identificativo con cui ci fregiammo. Noi possiamo restarne orgogliosi. Ieri, oggi, domani. Non tutti lo furono.



Art di Francesco Storace.
Fonte.
http://www.ilgiornaleditalia.org
 

Nessun commento:

Posta un commento

Commenti dai camerati.