venerdì 30 maggio 2014

LA DESTRA ITALIANA E’ IN VIA DI MARGINALIZZAZIONE ? NO ! DI AUTOMARGINALIZZAZIONE.

Dal camerata
Marco Affatigato.

Ciò in cui non sono riusciti i “compagni” , che volevano vedere scomparire la destra (intesa come fascismo) dall’Italia, ci sono riusciti i dirigenti della Destra stessa. Una destra parlamentare che con il MSI di Giorgio Almirante aveva raggiunto il 22% dell’elettorato italiano (per poi scendere al 19% con Alleanz...a Nazionale di Gianfranco Fini); una destra extraparlamentare che , nelle sue varie anime, fino agli anni ’80 poteva contare sul 4% della popolazione italiana….oggi non ha rappresentazione ! E questo grazie al fatto che negli ultimi dieci anni ha vissuto, quella parlamentare, sotto la dominazione “culturale” e “politica” del simbolo fatto uomo: Berlusconi e quella extraparlamentare sotto la dominazione dei loro dirigenti che hanno anteposto il proprio ego, il proprio gusto del “potere” dirigenziale alla Idea, indebolendo sempre più l’area di Destra. Questo è ormai un fatto ! un’evidenza ! Per parafrasare Pier Paolo Pasolini (che lo diceva per la sinistra) : la destra si masturbava con solo parlare di cambiamento e rivoluzione nazionale, mentre i suoi dirigenti ogni giorno che passavano la portavano al declino, alla automarginalizzazione finanche ad entrare nelle liste locali del “Popolo delle Libertà” , prima e poi in “Forza Italia” – certo come indipendenti (?) - o invitare i propri militanti a votare Lega Nord, perché l’unica lista “più vicina” e quindi dare forza al “secessionismo” (primo punto del loro programma) .
Non c’è quindi da meravigliarsi se oggi è scomparsa dalla compagine non solo elettorale ma anche culturale, sociale e politica tout-court.
Ma il fatto politicamente marcante è che i dirigenti dell’area da me raggiunti con messaggi personali in questi ultimi tre giorni , per spingerli verso un sussulto d’orgoglio attraverso l’unificazione, preferiscano rimanere “disuniti” portando avanti ognuno il proprio progetto. Con il rischio non solo di vedere per molto tempo ancora tutta la destra marginalizzata (causa la loro incapacità di rinunciare al proprio simbolo, alla propria presidenza, alla propria segreteria per cederli ad un “Comitato della Destra Italiana”) ma di vederla morire, ridotta a “cene di ricordo” come già viene fatto anziché a lotte sociali da portare avanti e a difese identitarie e culturali. E’ possibile che la “destra italiana” sia talmente in crisi da non riuscire a dotarsi di un unico strumento politico ? Non parlo di “progetto politico” , una visione del mondo alternativa - quelli li avrebbe -, ma di strumento giuridico: una sigla unica con a quale presentarsi ai cittadini ?
Certamente la destra ha vissuto momenti gravi ..ma mai come questo !
E’ urgente “riportare” all’attenzione dei cittadini il suo progetto, la sua visione del mondo, il suo modo di dare senso all’esperienze passate e a noi stessi di ricordare che per la destra, per la rivoluzione nazionale italiana molti hanno perso la vita. La destra potrebbe essere forte per portare avanti la sua visione del mondo, di un altro mondo possibile contro questo della mondializzazione. Ma il primo sforzo che deve fare è analizzare le cause della sua automarginalizzazione portandovi un rapido se non immediato rimedio. Senza rinnegarsi.


 

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