martedì 29 luglio 2014

Gli auguri di un giovane di oggi al suo statista preferito



Una lettera immaginaria che attraversa il tempo e lo spazio
"Ti auguro buon compleanno ti prometto che farò tutto quello che posso perché l'Italia, che entrambi amiamo, sia una Patria di cui andare orgogliosi!"

Caro Duce ti scrivo, così mi distraggo un po'. E siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Molto probabilmente il buon Lucio Dalla non sarebbe affatto contento di questo utilizzo di una delle sue più note canzoni, sia per l'evidente (e voluto) plagio, sia perché non penso proprio che ti abbia mai considerato come un Amico.
A dirla tutta, caro Benito, non è che siano proprio in tanti a considerarti tale, per lo meno nell'odierno star system. Lo so che ai tuoi tempi era vietato usare parole straniere, ma sinceramente non mi viene la parola italiana per definire l'ambiente di quelli che oggi, in tutti gli ambiti, a torto o a ragione si considerano delle stelle.
Oddio, non è che me ne frega poi tanto (ecco, un “me ne frego” buttato lì per farmi perdonare per il precedente inglesismo è proprio quello che ci vuole!). Dell'approvazione di Lucio Dalla intendo. Ho scelto le sue parole perché mi sono sembrate le più appropriate per iniziare questa lettera, che ho pensato di scriverti nel giorno del tuo compleanno. Che, peraltro, è anche il mio: siamo nati lo stesso giorno, anche se a cent'anni di distanza. Un secolo insomma!
Te lo saresti mai immaginato di ricevere gli auguri da un uomo del futuro? Già, perché è proprio questo che voglio dirti: tanti auguri! Centotrentuno anni e non sentirli! Eh sì, perché anche se il tempo trascorso dal giorno della tua nascita ad oggi è lunghissimo, ci sono ancora persone che hanno questa data segnata sul calendario e che, non solo in occasione del tuo genetliaco, si ricordano di te.
Non mi riferisco ovviamente a quelli che non perdono occasione di insultarti, con parole e azioni sempre molto colorite e fantasiose (probabilmente, se fossi ancora qui, spesso invece di arrabbiarti ti faresti grandi risate). E nemmeno ai tuoi seguaci o presunti tali, che si riempiono la bocca di termini e concetti riferiti al tuo pensiero politico senza probabilmente comprenderli fino in fondo (in questo caso invece credo che ti arrabbieresti molto). Non penso infatti che fare altisonanti dichiarazioni di fedeltà al fascismo, che spesso e volentieri hanno il sapore amaro di una neanche troppo celata e un po' ridicola mania di protagonismo, sia il modo migliore di dimostrare che in quell'Idea ci si crede davvero. Un'Idea che, sono sicuro concorderai, prescinde da periodi storici, eventi e, caro Benito, anche persone, per quanto importanti come te. Molto meglio dimostrare la propria lealtà silenziosamente, con azioni quotidiane anche semplici ma sincere e coerenti. Come quelle di quel gruppo di ragazzi che si prende cura con amore delle tombe di coloro che quell'Idea in cui anche tu hai creduto l'hanno portata nel cuore fino alla fine. E' il ricordo di gente come loro (e per fortuna ce n'è parecchia) quello che conta davvero.
Questo pomeriggio, per festeggiare degnamente, prenderò per mano mio figlio Alessandro (ha otto anni e già capisce molte cose) e farò una passeggiata in uno dei luoghi più straordinari della nostra Roma: via dei Fori Imperiali. Come sempre, passando da Piazza Venezia, alzeremo gli occhi verso il “tuo” balcone, in un muto ma sentito saluto. Che oggi è anche un augurio di buon compleanno e una promessa: farò tutto quello che posso perché l'Italia, che entrambi amiamo, sia una Patria di cui andare orgogliosi!
 
 
Art di Cristina Di Giorgi.
Fonte   http://www.ilgiornaleditalia.org 

 

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