venerdì 11 luglio 2014

IDEARIO :



Foglio informativo di Liberazione Nazionale
Periodico politico e culturale degli Uomini Liberi fondato nel 2003 da Antonio Rossini .

Italiani sempre più poveri, impossibilitati a spendere. Lo scorso anno, le famiglie con redditi sino a 1500euro mese, hanno dimezzato le spese. Diminuiscono notevolmente i consumi della carne e aumentano notevolmente i clienti dei Discount. Si inizia a guardare soltanto il prezzo, la qualità viene considerata solo in occasione delle offerte cui ricorre la grande distribuzione per attirare l’attenzione dei consumatori. Il negozietto non regge e chiude. I consumi sono in notevole calo e in questo modo non si esce dalla crisi.
Le associazioni di categoria, ma anche l’Istat deve constatare una retrocessione di oltre 10anni. Siamo ai consumi del 2014 e a ridurre, non sono soltanto i nuovi poveri, ma anche i ricchi.
Se dovessimo fare una classifica di chi ha ridotto i consumi, il primo posto dovremmo darlo alle giovani famiglie con due figli, proprio quelle che dovrebbero far vivere nel migliore dei modi i loro bambini, il nostro futuro. Sono proprio questi nuclei che soffrono, i genitori si privano di qualsiasi cosa per i loro figli.
Non si colmano le differenze fra nord e sud dove la spesa è più ridotta, in Trentino Alto Adige, la spesa è
ancora alta e risente poco della crisi, forse per le tantissime agevolazioni, per i tantissimi privilegi che queste popolazioni hanno diversamente dal resto dei cittadini italiani.
Le spese non alimentari perdono di più, perché si può fare a meno di vestirsi e si possono usare le scarpe sino a quando si bucano sotto la suola.
La medicina per arginare il fenomeno è il lavoro, problema quotidiano delle famiglie italiane che non trova nei governi la capacità di fare, inventare, creare, cercare, investire, ridurre le imposte, aprire cantieri per la costruzione di grandi opere.
La povertà è cambiata, la regione locomotiva della nazione, la Lombardia è alle strette. Proprio a Milano si riscontrano fenomeni urbani eclatanti come giovani e anziani alle prese dei cassonetti nei mercati, proprio in queste grandi ex metropoli del benessere vengono prese di assalto le mense dei poveri. A questo va aggiunta la precaria situazione abitativa di molte famiglie al nord. Milano non è sola, indagini accurate delle istituzioni regionali, parlano di Brescia, Bergamo, Pavia, senza contare cosa avviene nella provincia di Varese. Altro che sud e mezzogiorno, al nord è notte.
Le pensioni sotto i mille euro rappresentano circa il 50% e nonostante questo dato vengono distribuite ancora pensioni d’Oro che superano mensilmente l’intera entrata lorda annua di un funzionario pubblico e privato. Si parla e si chiacchiera, ma nessuna riforma in tal senso si vede.
2,1milione di persone pensionate, riscuotono 500euro e con questa entrata pagano il canone di locazione, le bollette e dovrebbero anche mangiare.
Inutile parlare del danno causato dal governo bocconiano. La Fornero ha fatto crollare la liquidità occorrente con il vertiginoso ricorso agli ammortizzatori sociali per ex dipendenti che non potevano più andare in pensione e messi in strada dai padroni. Una riforma senza senso, altro che pianti di coccodrillo Signora Fornero, sono state toccate le liquidazioni. Ridurre il numero dei pensionati e aumentare a dismisura lavoratori collocati in Cig,
Mobilità, Disoccupazione divisa in ordinaria, straordinaria, miniAspi e quanto inventato, ha distrutto le casse dell’Ente tanto da far intervenire il governo con sostentamenti grazie alla legge di stabilità. Solo in questo modo l’Inps ha retto e fatto salvo il buco, cosa poteva incidere il miserevole stipendio del suo ex presidente . I sindacati invece
vogliono sia allargato il bonus di 80euro che insieme al governo credono di aver dato ai lavoratori. Ma non si rendono conto che per questo dovranno aspettare le prossime elezioni regionali in scadenza per alcune regioni e qualche consultazione amministrativa prevista a maggio 2015 ?
Urge la scossa per il lavoro, occorre far ripartire la crescita bloccata dal governo Monti, imitata da Letta e proseguita da Renzi. Di quali riforme parlano, quando le avrebbero fatte. La politica chiacchiera da quando le istituzioni complottarono sul rovesciamento del cavaliere. Chiacchiere e niente fatti che hanno logorato gli italiani, stanchi di promesse che hanno decenni di proclamazioni. Tutte le istituzioni non politiche sono critiche, lanciano appelli e restano inascoltate. Tutti chiedono il cambiamento di rotta ma oltre alle parole non avviene nulla. Il nodo è l’occupazione e i mezzi per attivarlo, la volontà di affrontare il problema. I giovani sono stanchi di aspettare, di cercare un lavoro che non c’è e, anziché contestare come noi facevamo 40-45anni fa, decidono di rinunciare. Questa si chiama disperazione e la cronaca parla da sola. Aumenta la fascia di giovani che non lavora e non studia.
Comunque se sei bravo ed hai una buona presenza puoi essere fortunato ed ottenere un lavoro, otto ore al giorno e stipendio zero perché devi imparate (accade a laureati e diplomati specialmente ingegneri,
architettti e geometri negli studi professionali). Non basta quindi trovare il lavoro perché devi essere fortunato e trovare uno che ti paga. Abbiamo esempi pratici come giovani che devono restituire parte dell’assegno incassato altrimenti a casa; giovani che devono lavorare 12 ore, 10 ore e pagati così come assunti a part-time (a paga cooperative lavoro, caporalato legale); padri di famiglia che firmano e non riscuotono gli assegni familiari. Accade di tutto e non puoi reclamare, perché Tu lavoratore devi avere le prove per denunciare quanto ti viene fatto. La parola d’ordine è : “cosa pretendi, devi accontentarti” “…di questi tempi devi dire grazie che hai almeno un posto” ecc. ecc.
Ma noi non siamo extracomunitari o stranieri, benvoluti dai padroni, noi abbiamo diritti acquisiti. Siamo in crisi, solo quando si parla di paga e stipendi, i beni non subiscono sconti e riduzioni, anzi aumentano.
Occorre fare qualcosa anziché ciarlare da Roma a Bruxelles.   
Dopo la Sicilia, viene invasa la Puglia. A Taranto non si contano gli sbarchi, l’entusiasmo della popolazione corsa spontaneamente in aiuto si è fermata. Una battuta d’arresto si nota a livello comunale e la regione chiama il sordo governo.
La Puglia non ce la fa.
L’operazione “mare nostrum” continua ad andare avanti e gli extracomunitari vengono presi e portati in italia, vengono fatte vedere agli italiani dalle nostre televisioni donne incinte e qualche bambino e il buonismo ha fatto breccia, nessuno calcola le conseguenze di questa drastica migrazione. Anziché aiutare in patria, si preferisce far morire queste persone in cerca di sistemazione in uno stato che non riesce a sistemare la sua popolazione. Un disegno folle, pilotato dal sistema economico mondiale, europeo, italiano. Un piano sconcertante.
L’italia ha al momento “un ruolo guida” nell’attuale semestre europeo, quale momento migliore per affrontare di petto il problema, di porre paletti e regole ai flussi migratori. Assicurare il soccorso e l’assistenza in mare e sulla terra ferma, ma imporre per tutto il resto la partecipazione di tutti gli stati membri dell’unione. Considerare anche il ritorno immediato in patria dopo cure e soccorso. Perché riempire l’italia di campi di concentramento. I reporter, i foto reporter pagati dai nostri ministeri e in particolare dal ministero degli esteri, perché non si occupano di quanto avviene in patria anziché cavalcare l’africa i paesi sottosviluppati. Filmate e scrivete su quanto avviene in casa vostra, i ministeri, anche su questo fronte, consumerebbero milioni di euro in meno.
Città Metropolitane, iniziano i movimenti dopo anni di silenzio. L’interesse scoppiato solo nel momento in cui saranno costituite le nove Città Metropolitane previste dalla legge del 1990. Tutto sarà imposto come di solito e nessuna discussione potrà avvenire
stante anche l’urgenza data al problema. Per esempio Bari, potrebbe ritrovarsi città metropolitana con tutti i suoi comuni, mentre esistevano altre vedute mai considerate e mai discusse.
 

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