mercoledì 16 luglio 2014

L’omicidio di Giovanni Gentile



Era il 15 Aprile del 1944, quando il più grande filosofo italiano, Giovanni Gentile fu assassinato per mano di un crudele gruppo di Gap. Dopo un’accurata indagine sugli orari di Gentile, i gappisti lo attesero verso le 13,30 davanti il cancello di Villa Montalto, dimora della famiglia del filosofo, all’arrivo dell’auto che trasportava Giovanni Gentile, mentre l’autista si accingeva ad aprire il cancello della villa, due gappisti si avvicinarono all’automobile con dei libri sottobraccio per camuffare le armi e chiesero al filosofo se fosse lui il professor Gentile, la parola “si” fu l’ultima che il filosofo pronunciò prima di morire. I colpi di arma da fuoco sparati a bruciapelo segnarono un altro atto di crudeltà e viltà da parte dei Partigiani Comunisti. Nonostante l’immediato trasporto in ospedale e i ripetuti tentativi di rianimarlo, tutto fu inutile, il più grande filosofo italiano si spense così. Poi si seppe che l’assassino fu tale Bruno Fanciullacci esecutore materiale dell’omicidio. 
Giovanni Gentile non fu un fascista della prima ora, non fu un san sepolcrista e non aderì al fascismo neanche quando da un semplice movimento rivoluzionario si tramutò nel partito di spicco della politica italiana. Giovanni Gentile prima che fosse nominato da Benito Mussolini Ministro della Pubblica Istruzione ebbe solo una cosa in comune con il futuro Duce: l’idea che per l’Italia fosse necessario entrare in guerra per terminare il Risorgimento Italiano e quindi l’Unità Nazionale.
Ricoprirà la carica di ministro per la Pubblica Istruzione dal 1922 sino al 1924 dopo essersi dimesso a causa del tifone Matteotti che aveva colpito il neonato governo fascista. Conosciuto per aver riformato la scuola italiana, Gentile sin da subito si impegnò duramente per dare una svolta al sistema scolastico italiano, in un anno riformo la scuola italiana, ma la cosa strabiliante alla quale oggi non siamo più abituati è che un governo come quello di Mussolini, digiuno di precedenti esperienze, formatosi il 31 ottobre del 1922 sfornò il primo regio decreto legislativo per la riforma scolastica il 31 dicembre dello stesso anno. Il completamento definitivo della riforma giunse al termine il primo di ottobre del 1923. Gentile anche essendosi dimesso dalla carica di ministro, non smise di appoggiare l’ormai divenuto regime. Sull’omicidio di Giovanni Gentile per anni sono state aperte animate discussioni e scambi di opinioni, per alcuni fu un atto di guerra, altri definirono omicidio la morte del filosofo. In entrambi i casi, perché fu ucciso, sol perché era un fascista, oppure, la sua uccisione cela qualcosa che avrebbe potuto ribaltare la situazione italiana del 1944? La domanda che sorge spontanea a proposito di questo misterioso evento, è, per quale motivo una persona come Giovanni Gentile è stata assassinata senza alcun motivo? Sull’esecutore materiale di Giovanni Gentile sappiamo già tutto ciò che dobbiamo sapere, si chiamava Bruno Fanciullacci ed e uno dei due gappisti che si avvicinò all’auto di Gentile esplodendo i due colpi di pistola, che uccisero il filosofo. Tutto ciò che riguarda l’esecutore è ormai cosa canonica e non ci sarebbero dubbi da questo punto di vista, se Luciano Maccacci non proponesse come ipotetico esecutore materiale Giuseppe Martini, un altro gappista. La domanda che suscita più interesse e curiosità è quella che fino ad oggi è rimasta avvolta nel mistero. Perché Giovanni Gentile fu assassinato? L’unico evento che potrebbe dare una spiegazione ed una risposta alla nostra domanda la dobbiamo ricercare nel passato, in effetti, tempo prima, Gentile aveva invocato dal Campidoglio una pacificazione tra fascisti ed antifascisti, che in quei giorni si davano brutalmente battaglia in agguati e rappresaglie. Questa presa di posizione di Giovanni Gentile era stata attaccata duramente da Palmiro Togliatti da Mosca, che non era d’accordo sul termine delle ostilità ideologiche tra le due frange: fascisti ed antifascisti. Dunque, fu ucciso non perché aderente alla RSI, non perché fascista, ma perché si opponeva a quella guerra civile che sporcava di sangue le pagine di storia italiane. Nel suo libro Moccacci non si ferma qui, come al solito non da nulla per scontato, e scava tra i particolari storici per trovare spunto a qualsiasi possibile alternativa alle versioni storiche dei libri di storia. Per che cosa venne ucciso Gentile se non per i motivi sopra citati? Forse ci possiamo fare un’idea dell’ipotetica motivazione che ha segnato questo omicidio leggendo l’ultima lettera che Gentile scrisse a Mussolini nella quale notiamo un Gentile strano, diverso dal solito, che termina fuducioso così: ”E noi ci ritroveremo a Roma. Ci aspetta Roma, Roma, Roma!” Meccucci ipotizza che Gentile potesse essere l’intermediario dello sganciamento della Rsi dalla Germania Nazista, fu ucciso per questo ipotetico motivo? Nessuno lo può dire.  Possiamo dire con sicurezza una sola cosa, che Giovanni Gentile non fu ucciso per il suo passato, per l’essere stato fascista prima e dopo, o per le sue idee, ma per il futuro, forse per il timore che un uomo di spicco culturale e ideologico come lui avrebbe potuto dar fastidio ad un futuro italiano diverso. In ogni caso al gappista Bruno Fanciullacci è stata intitolata una strada di Firenze, mentre il più grande filosofo italiano Giovanni Gentile non è stato degnato di alcun onorario che in altri paesi a prescindere dall’ideale politico sarebbe stato onorato come un’eroe nazionale.
 
 
 
 

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