sabato 23 agosto 2014

Ecco madama democrazia.......???



Udite udite.
Polizia postale e digos a caccia di nostalgici fascisti sui social


L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha reso indispensabile l’uso di Internet quale mezzo di scambio di informazioni, di accesso alle grandi banche dati, di esecuzione di transazioni e disposizioni finanziarie, di ideazione e creazione di nuove attività professionali. La rapida diffusione dell’uso di Internet ha ben presto messo in evidenza i punti di debolezza della Rete stessa, in particolar modo con riferimento alla sicurezza informatica. E’ in questo scenario che nasce, con legge riforma dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, quale “specialità” della Polizia di Stato all’avanguardia nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità informatica e a garanzia dei valori costituzionali della segretezza della corrispondenza e della libertà di ogni forma di comunicazione.
Oggi 9 utenti su 10 sono iscritti su facebook o twitter  ed è qui che gli agenti della polizia postale e politica stanno concentrando le operazioni di ricerca dopo l’appello della presidenza della Camera dei Deputati. Da una breve analisi si nota il forte concentramento di utenti iscritti a pagine o gruppi dichiaratamente fascisti che vengono monitorati e schedati dagli agenti.
“Ogni singolo commento lasciato sui social network è registrato dagli agenti della Polizia Postale che riescono a risalire nel giro di pochi minuti al IP del computer o cellulare dove si è commessi” spiega il Commissario Manuele Senrechs, che aggiunge “Abbiamo i dati con più di 10 milioni di italiani che sono iscritti a gruppi facente specie al nazismo e al fascismo. Di questi abbiamo i dati degli amministratori e creatori di questi gruppi come indirizzi e numeri telefonici che facebook ci passa in collaborazione con le indagini in corso”.
A quali pene vanno in corso? “Per i semplici utenti che postano commenti nulla di particolare, li ci pensano i gestori della rete facebook o twitter. Mentre per gli amministratori dei gruppi e delle pagine vige la Legge Scelba del 1952 dove è prevista la reclusione e/o una sanzione pari a 100 mila euro.
Digos e Polizia Postale possono sequestrare il materiale informatico come avvenne già nel 2012 quando ci fu una retata a casa di un 18enne di Reggio Emilia reo di gestire una pagina dal titolo “Duce sei sempre nel mio cuore” che contava più di 20 mila iscritti, prontamente oscurata. Per il giovane invece, dopo un processo durato 7 mesi, la condanna è stata una multa di 8 mila euro e 12 mesi di servizio sociale al Centro Multiculturale di Reggio.
 
ardolinobonomo
 
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