sabato 6 febbraio 2016

RENDERE GLI ITALIANI ALL’ITALIA E L'ITALIA AGLI ITALIANI


Art. Camerata
Marco Affatigato.



Se l’Italia vuole risolvere le crisi che l’attraversano, deve innanzi tutto ritrovare la sua identità e le sue radici. Rendere l'Italia agli italiani e gli italiani si può fare attraverso i referendum.
Cos’è essere italiani ? Cosa significa appartenere ad una Nazione ? Cosa vuol dire essere figli di un popolo ? Ecco le tre domande tabù per i politicamente corretti.
In Italia , sul nostro suolo, ci sono numerosi individui che sono amministrativamente italiani: hanno una Carta d’Identità e se vogliono pure un Passaporto italiano, ma si rifiutano di “condividere” l’eredità nazionale ed il destino comune o addirittura ancor peggio li combattono.
In questi ultimi trent’anni (dagli anni ’90 del secolo scorso) per il piacere degli utopisti del multiculturalismo e degli ideologhi mondialisti, l’Italia ha accolto delle popolazioni di lavoratori « a buon mercato» che arrivavano dall’Asia (Pakistan , Cina in maggioranza) come dall’Africa centrale e del nord (Tunisia , Marocco, Nigeria, Senegal , Costa d’Avorio, Somalia in maggioranza) e questo non tanto per “l’occupazione” che ne aveva necessità ma perché gli “sfruttatori” di turno avevano così della mano d’opera a basso costo e sotto il minimo previsto per legge e inoltre delle “entrate” a nero , grazie alla locazione di “stanze” a tre, quattro/sei immigrati (regolari e non, ha poca importanza per loro) a 200/300 euro a cranio al mese. Tanto non potevano reclamare per paura di non lavorare e di non avere un tetto dove dormire. Questa l’Italia dei politicamente corretti. Quella stessa Italia che non dice una sola parola , non s’indigna per la scomparsa di 5mila bambini registrati come “entrati” in Italia nel 2015 e che Europol suppone siano stati rapiti e uccisi per il traffico d’organi, che economicamente garantirà la sopravvivenza ai soliti “sfruttatori”. Ma non andiamo fuori tema. Dicevo che in questi ultimi trent’anni l’Italia ha dato a questi immigrati sfruttati dei “documenti d’identità” e pure , se ormai residenti, il diritto di voto attivo e passivo a livello comunale. Ora i politicamente corretti si battono affinchè possano avere il diritto di voto attivo e passivo a livello nazionale e non solo i residenti ma tutti i titolari di un permesso di soggiorno. Dimenticando però di farne dei veri italiani, membri della nostra Nazione e della nostra comunità di destino. Già ! Perché se domani decidono di rientrare al loro paese di origine se ne andranno con i “contributi pensionistici” versati percependoli anticipatamente. Per citarne una , senza poi parlare dei “contributi” per il reinserimento nel proprio paese d’origine o per l’inizio di attività nel proprio paese d’origine . Leggi italiane votate dal Parlamento italiano. Ripeto : leggi italiane. Ed ecco che si apre qui il dibattito .
Se sono leggi (ed è ciò che sono) esse possono essere modificate se non addirittura abrogate. Ecco il vero dibattito che va al di là delle articolazioni scritturali su Facebook e delle dichiarazioni senza poi seguito (perché non proporre referendum abrogativi ? ) e quindi superficiali se non costruttivi. E’ necessario rimetterci in causa e cessare di chiacchierare per passare all’azione: organizzare dei referendum abrogativi .
L’Italia è generosa ! Certamente ! su questo non c’è alcun dubbio. Ma è necessario per primo essere generosi con gli italiani ed è attraverso questi “referendum” che potranno essere rimesse in causa tutte quelle leggi amministrative che favoriscono invece gli immigrati extracomunitari che, salvo alcuni casi, di essere italiani ben poco interessa loro perchè l’Italia non è la loro Storia, la loro cultura, la loro famiglia …il loro Paese.


 

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